Blitz della Guardia di Finanza questa mattina nell'area vesuviana. Le Fiamme Gialle hanno controllato un opificio per la produzione di camicie, polo, giubbini e accessori con marchi falsi, come Burberry, Adidas, Fred Perry, K-way, Blauer, Harmont&Blaine, Dsquared e Ralph Lauren. Al termine dei controlli la fabbrica è stato posta sotto sequestrato dalla Guardia di Finanza a San Giuseppe Vesuviano.
L'attività di prevenzione per il contrasto delle attività illecite ha portato la Gdf  a sequestrare a Napoli un deposito clandestino di articoli di pelletteria con 15.000 borse da viaggio con il falso marchio Armani e, in due ditte di spedizioni, due plichi con 102 orologi con i falsi marchi Rolex e IWC.

Se anche i carabinieri diventano banditi...

Giovedì, 26 Marzo 2015 01:07

C'è una storia che viene dal Vesuviano e che ci obbliga ad una riflessione. Quello che è accaduto oggi alle falde del Vesuvio ha dell'incredibile e lascia attoniti. I più increduli saranno sicuramente i loro stessi colleghi, quelli con i quali ogni giorno rischiano la vita per strada al fine di contrastare il crimine. Claudio Vitale 41 anni di Cercola e Iacopo Nicchetto 34 anni di Chioggia entrambi effettivi al battaglione Carabinieri di Mestre oggi hanno dimenticato il senso del dover che contraddistingue un carabiniere. Oggi hanno deciso di passare dall'altra parte e di vestire i panni dei malviventi. Così hanno pianificato una licenza ordinaria entrambi e sono partiti da Mestre per venire a rapinar un supermercato ad Ottaviano proprio nell'ora di punta . È iniziata alle 13 infatti, la giornata di follia di questi infedeli servitori dello Stato che hanno causato la morte del titolare del supermercato un 28 enne, Pasquale Prisco ed il ferimento di altre 8 persone. Un far west in cui non è mancato niente dall'inseguimento sulla statale 268 dei due "carabinieri malviventi" da parte dei titolari del supermercato, allo speronamento dell'auto sulla quale i carabinieri scappavano, alla fuga durata poco in ambulanza. Alla fine dietro si lasciano un morto di 28 anni una decina di feriti e sopratutto l'aver tradito il giuramento prestato verso gli italiani che per ora gli è costato l'immediata sospensione dal servizio. Cosa ha spinto questi due carabinieri a compiere un gesto così inconsueto e violento? Perchè macchiare in questo modo la Benemerita da sempre punto di riferimento per i cittadini? Cosa si cela dietro tanta violenza ed efferatezza? Sono tutte domande alle quali gli inquirenti cercheranno di dare una risposta.  

Una pattuglia del nono reggimento Alpini di L'Aquila impegnata nell'operazione "Strade Sicure" a Napoli ieri, durante un servizio di pattugliamento e controllo, nella centralissima Piazza Garibaldi ha notato un uomo che tentava di sottrarre una borsa ad una passante. I militari sono prontamente intervenuti in soccorso della persona e ad immobilizzare il malintenzionato che successivamente è stato consegnato alle forze di polizia.

Sono le 07.54 quando sul display del cellulare compare il messaggio “è atterrato”. Inizia da qui la visita di Papa Francesco a Pompei, ma la nostra giornata per la verità, era iniziata molto prima per arrivare in orario nella città mariana. Partiamo alle 5.40 dalle falde del Vesuvio e non appena imbocchiamo la via Nolana ci imbattiamo nel primo blocco. I vigili urbani selezionano auto autorizzate, tante persone si avviano a piedi verso il Santuario. Superato il primo controllo, ne affrontiamo un altro, a poche centinaia di metri dalla chiesa di San Salvatore. Ancora una volta i vigili urbani a fare da selezionatori. Lasciamo l’auto e ci avviamo ad entrare nel santuario. Stavolta il controllo è accurato, minuzioso: metal detector alla mano i poliziotti ci ispezionano borse e zaini nei quali naturalmente poniamo solo i ferri del mestiere, la potente Nikon e i mega obiettivi del fotografo Raffaele il mio pc con qualche cavetto multifunzione, nulla più. Superato il varco, ci separiamo il fotografo Raffaele (alla sua prima uscita per “il Vesuviano”) si avvia nell’area di atterraggio dell’elicottero papalino (non vogliamo perdere l’occasione per immortalare Sua Santità al suo primo approccio con la città mariana) mentre io vengo invitato ad entrare nel Santuario. C’è  già tanta gente nonostante l’orario, una delle tante addette alla sorveglianza legge la scritta sul mio badge “stampa” e mi inviata a prendere posto nell’area riservata ai giornalisti e fotografi accreditati. L’attesa è lunga, sono appena le sei e dieci in tanti si chiedono come sarà vedere il Papa da vicino. Bambini assonnati vengono strappati dalle madri dal caldo delle coperte per assistere all’evento. Per una benedizione del Papa vale una levataccia e qualche sacrificio e poi, per questo Papa così amato, forse ancor di più di Giovanni Paolo II, si fa questo ed altro- sorride una signora al proprio figlioletto-  mentre il vescovo di Pompei inizia a recitare il rosario con i tanti fedeli che prendono posto tra i banchi. C’è l’area riservata agli ospiti, ai malati, agli anziani ed ai bisognosi. Gli androni laterali del Santuario vengono lasciati liberi e vuoti. Penso che sia un peccato viste le tante persone fuori…ma i protocolli della sicurezza sono inflessibili e ce ne siamo accorti stamattina. Inizia l’attesa lenta tra un mistero e l’altro a stento si riesce a tenere il capo chino, la bellezza del luogo spinge in tanti a mirare lo splendore della cupola e le immagini sacre dipinte dall’Arzuffi. Prendono posto le autorità: il sindaco di Pompei, visibilmente emozionato, mentre gli addetti alla sicurezza (tantissimi) iniziano a distribuire opuscoli per il momento di preghiera che il Santo Padre farà dinnanzi al quadro della Beata Vergine. Sono le 7.30 il Vescovo di Pompei Tommaso Caputo, benché sia ancora in corso la recita del rosario, lascia la sua postazione accompagnato dal primo cittadino di Pompei. E’ il segnale che l’elicottero che accompagnerà il Papa è prossimo all’atterraggio. E così sarà. Alle 07.54 l’atterraggio avviene nel piazzale esterno alle spalle del Santuario. Iniziano a partire i flash dei fotografi, dalla folla si alza il primo grido quando la sagoma bianca di Papa Francesco compare dall’elicottero: “W il Papa” ed un applauso caloroso accompagna la papa mobile (stavolta in verde militare) fino alla piazza del Santuario dove ad attenderlo ci sono migliaia di persone. Dopo il rituale percorso in jeep, Papa Francesco entra nel Santuario. L’emozione è tanta e chiunque sia in questo posto per scrivere o scattare foto ha un attimo di esitazione, l’emozione si percepisce negli sguardi smarriti di tanti. L’immagine di quest’uomo emana suggestione, purezza, gioia. Si sente la grandezza di una figura carismatica che sta cambiando il verso della Chiesa cattolica e del mondo. E’ sorridente come sempre Sua Santità si lascia abbracciare, stringere la mano ed accoglie i bambini tra le proprie braccia, proprio come nel credo cristiano, si avvicina lentamente all’altare, ma prima di salire i tre gradini trova ancora il tempo di stringere le mani a delle persone anziane posizionate sulla sua sinistra. Finalmente, arriva il momento atteso ed auspicato da tanti: pregare insieme al Papa dinnanzi all’immagine della Madonna di Pompei. La “piccola supplica” che il Papa recita con i fedeli è breve ma intensa. Commuove, la semplicità di quest’uomo semplice e predicatore. Si vedono tanti occhi lucidi e speranzosi, tanti malati in carrozzina affidano alle intenzioni del Santo Padre le proprie speranze: “…a te ci affidiamo, Madre di misericordia: ottienici il perdono di Dio, aiutaci a costruire un mondo secondo il tuo cuore. O Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci annoda a Dio, catena d’amore che ci fa fratelli, noi non ti lasceremo mai più. Nelle nostre mani sarai arma di pace e di perdono, stella del nostro cammino…” Parole di valore assoluto recitate dal Papa al cospetto del quadro sacro della Beata Vergine. E poi un saluto ai presenti. Ancora strette di mano ed un dono per la Madonna, un rosario di perle e preziosi per adornare l’immagine sacra a perenne ricordo di questa visita. Breve, forse troppo poco il tempo trascorso a Pompei ma Napoli attende Francesco ed allora mentre Bergoglio lascia il Santuario stringendo ancora una volta le tantissime mani levate, si registrano scene più da stadio che da Santuario. Fedeli in piedi sulle panche per rubare un’immagine o per inviare un saluto personale a questo Papa “a portata di mano” in cui, in tanti, rivedono il vero cammino cristiano di sacrifici e carità. Francesco saluta Pompei con una benedizione ai fedeli in piazza pochi minuti dopo il suo arrivo. Era un saluto doveroso da parte del Pontefice al luogo di culto più frequentato in Campania, la sua visita come è stato per quelle dei suoi predecessori, segnerà un momento importante nella storia della cittadina mariana.  Una dolce malinconia parvade gli animi quasi a non volersi privare di quella voce così sicura e capace di infondere gioia con una semplice battuta. La gente lo acclama a voce alta nella speranza che questa visita segni l’inizio della rinascita per tutta la valle di Pompei.   

Ancora un rinvio, l’ennesimo che ormai si fa pure fatica a portare il conto. Ancora una volta l’Italia si sveglia con un senso di impotenza, misto ad incredulità. L’India decide nuovamente di non decidere e come in un film già visto (a metà) va in scena l’ennesimo rinvio sulle sorti dei due fucilieri di Marina. Salvatore Girone che ha da poco tagliato il traguardo dei tre anni di detenzione senza un capo di imputazione in India e Massimiliano Latorre, degente in Italia per un ictus che pochi mesi fa lo colpì durante la prigionia in terra indiana. Il Tribunale di New Delhi che dovrebbe esaminare la vicenda dei due marò  ( val la pena ricordare che li vede costretti alla detenzione forzosa in India dal febbraio 2012 senza alcun capo di imputazione), preso atto che il caso è ancora al vaglio della Corte Suprema,  ha citato le parti il 1° luglio – questo si legge in una nota dell’Ansa – la prossima udienza davanti alla Corte Suprema infatti dovrebbe essere fissata tra 3 settimane prima della scadenza del permesso speciale del quale sta beneficando il Maresciallo Massimiliano Latorre. Bisognerà ora vedere quali decisioni assumeranno le autorità italiane…atteso che se la sentiranno di assumere una posizione decisa, ferma, irremovibile e soprattutto di condanna nei confronti della giustizia e del governo indiano che ad oggi hanno costantemente deriso e messo fortemente in discussione la credibilità dell’Italia in ambito internazionale.  

Shlomit Malka nome quasi impronunciabile, israeliana poco più che ventenne dallo sguardo penetrante e dal fisico mozzafiato sarà il nuovo testimonial del brand “Intimissimi”. La bella modella israeliana lascia l’Esercito e l’uniforme per posare dinnanzi all’obiettivo. La sua bellezza disarmante è stata  “scoperta” grazie a dei posto sui social network . Sotto all’uniforme, infatti, si nascondeva un fisico statuario che ha subito indotto i responsabili del marketing di Intimissimi a scritturare l’ex caporale quale volto immagine per la promozione nuova linea di intimo donna. Originaria della capitale Tel Aviv la fotomodella lascia l’Esercito israeliano dopo aver assolto gli obblighi di leva che per le donne israeliane è obbligatorio per 24 mesi a differenza dei  cittadini maschi per i quali sono richiesti 36 mesi di servizio militare…chissà quanti rimpianti in caserma.

Con Aurelio De Laurentiis alla guida del Napoli si disse che la società azzurra avrebbe assunto sempre più un ruolo di protagonista in ambito internazionale e stando alle ultime notizie che pervengono dalla martoriata terra afgana sembra essere proprio così. Il Napoli oggi ha adottato una squadra giovanile dell'Herat area in cui opera la Brigata Bersaglieri "Garibaldi" di stanza a Caserta attualmente guidata dal Generale Scardino. Alla consegna del kit da gioco, avvenuta tramite il contingente italiano di stanza ad Herat, ha partecipato via Skype anche mister Benitez, che ha parlato con i militari italiani (buona parte di loro sono di fede azzurra) e spagnoli presenti all’evento. «Il calcio ed il Napoli – si legge nel messaggio inviato dal presidente De Laurentiis – possono dare un po' di gioia e di fiducia ai soldati italiani in Afghanistan e al suo popolo che cerca la pace». Le formazioni giovanili dell'Herat da domani quindi scenderanno in campo con le maglie azzurre per lanciare così anche una nota cromatica di vita e speranza in un paese dilaniato da guerre ed attentati.

Enzo Aquino, storico esponente della sinistra terzignese incontra “il Vesuviano” nell’oramai puntuale appuntamento settimanale con la nostra redazione in avvicinamento all’appuntamento elettorale che si terrà a Terzigno in tarda primavera. “Voglio innanzitutto chiarire un aspetto – puntualizza Aquino in apertura di intervista – politicamente sono nato e cresciuto nel centrosinistra militando prima nel PDS e successivamente nel PD, in ambito comunale sono stato eletto nell’ultima tornata elettorale con una lista civica. Specifico questo aspetto perché ormai l’appiattimento ideologico ha invaso la politica ed oggi a conferma di ciò,  ci ritroviamo al tavolo politico per concertare il futuro di Terzigno con altre personalità che provengono da diverse esperienze politiche”. Secondo lei come mai il centrosinistra a Terzigno non ha mai avuto l’opportunità di governare questo paese?. “Le responsabilità –puntualizza lo stimato avvocato vesuviano- credo non siano da ricercare solo nelle poche potenzialità degli esponenti che negli anni hanno rappresentato il centrosinistra, identificherei le nostre mancate affermazioni anche nella capacità di chi ha amministrato ed amministra questo paese di accrescere il proprio consenso politico con metodi arcaici in cui il favoritismo di facciata prevale sugli interessi pubblici ma che, a quanto pare, rende consenso nell’urna. Nonostante che da queste amministrazioni di centrodestra abbiamo ricevuto in eredità solo disastri amministrativi ed ambientali.  Sicuramente, e questo lo dico con molta serenità - oggi coloro i quali si rispecchiano nei valori del centrodestra non credo passano sentirsi rappresentati da questi signori politici che stanno ed hanno portato Terzigno verso il baratro sociale ed economico. Mi preme a tal proposito focalizzare l’attenzione di chi vive la nostra realtà che i problemi e le difficoltà che quotidianamente viviamo sono e lo sottolineo sono figlie dell’attività amministrativa di questa gente che, senza pudore, o forse perché credono che i cittadini siano poco intelligenti, hanno l’ardire di accollare le proprie responsabilità politiche ed amministrative su altri soggetti. Siamo – a mio avviso – alla follia pura”. L’ultimo lustro è stato caratterizzato da tanti avvenimenti tra cui la vicenda della discarica… “Questo è il regalo del centro destra ha fatto ai terzignesi. A detta di qualcuno doveva essere una chiara opportunità per Terzigno, invece si è rilevato il più grande bluff e soprattutto ad oggi non sappiamo quali sono le quote di risposto ambientale e soprattutto quali guadagni lascia la società di gestione della discarica al comune di Terzigno visto che su quella discarica è attivo e produce un sistema di biogas. Altra occasione persa, in pieno stile Pagano-Auricchio, e su questo invito ad una profonda riflessione i terzignesi.”  Chi sarà l’esponente della vostra coalizione alle prossime amministrative? “ Oltre al sottoscritto ad oggi siamo seduti allo stesso tavolo politico con Carlo Vaiano, Franco Nappo, Massimo Annunziata, Francesco Ranieri, il collega Angelo Bianco ed il Dott. Del Giudice, un gruppo di persone animate dalla stessa voglia di cambiare il verso della storia amministrativa di Terzigno e che negli ultimi anni si è opposto con decisione al governo cittadino. Credo che nei prossimi giorni al massimo la prossima settimana da questo gruppo possa uscire il nome del candidato sindaco”. Potrebbe essere Aquino il candidato di questa coalizione? “Io sono a disposizione – precisa Aquino- , perché credo che dopo un decennio di intensa attività in seno al consiglio comunale, abbia maturato una esperienza adeguata per poter guidare il centrosinistra. Non credo invece che alcune candidature a mio avviso estemporanee possano raccogliere il consenso perché isolate dal contesto.     

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