Forse, quando ha preso quell'aereo per Genova con destinazione finale Sanremo per partecipare all'edizione della manifestazione canora più seguita degli ultimi dieci anni, nemmeno se ne stava rendendo conto di cosa gli sarebbe capitato in quella che, molto probabilmente, per Antonio Menzione sarà stata, dal punto di vista professionale, una delle migliori della sua vita. Con al fianco il suo amico e collega di brand Sabatino Sicignano, ha varcato le porte del teatro più invidiato d'Italia, quello che ogni artista vorrebbe calcare almeno una volta nella sua vita. Sanremo, da qualsiasi angolazione lo si guardi, dà e fa curriculum, per chi canta ovviamente. Nel caso specifico di Antonio Menzione e del simpatico Sabatino la cosa era un tantino differente. Loro, a Sanremo, ci sono arrivati né da cantanti, né da super ospiti (ve li immaginate con il microfono in mano?),  loro a Sanremo ci sono arrivati perché la vita a volte fa dei giri strani, ti mette di fronte a delle scelte obbligate ma, in altre occasioni, è il fato che vuole che vada così, e se un vecchio detto napoletano dice che Dio aiuta chi si aiuta, la prova provata che dei segnali divini esistono,  sono questi due simpatici personaggi, i quali, grazie alla passione ed all'amore che hanno per il proprio mestiere sono riusciti a meritarsi uno spazio in un contesto così importante. E qui ritorna il discorso della vita che a volte fa dei giri strani e ti fa raccogliere in una settimana anni ed anni di sacrifici  privazioni e voglia di migliorasi. A Sanremo le "Idee per la testa" di Antonio e Sabatino c'arrivano perché nel tempo hanno gravitato nel settore facendosi apprezzare per la bravura e per la bontà d'animo. E così una volta varcata la porta d'ingresso per loro non si apre il palcoscenico,  il loro naturale ambiente è il backstage. Sono tipi da retrovia, sono quelli che gli artisti salutano  quell'attimo prima di andare in scena a cantare. Sono quelli con cui condividono gli ultimi istanti di serenità prima di stringere la mano a Carlo Conti.

E cosa potrebbe esserci di meglio che una sana risata, un volto sereno prima di lanciarsi nella mischia? E chi secondo voi poteva incarnare queste caratteristiche? Lo capiscono subito gli artisti che vivono di emozioni, le due facce amiche e sicure del backstage sono subito identificabili come due pregiudicati per associazione a simpatizzare di stampo partenopeo. Contaminano l'ambiente con la loro napoletanità verace e garbata, che ammalia. Basta guardarsi intorno per rendersi conto che questi due hanno qualcosa in più,oltre la bravura. Ed allora ne approfittano un pò tutti. Malika Ayane che cerca di tenere dritto un ciuffo platinato, la Atzei che ai capelli tiene e si vede alla Tatangelo che manco a dirlo con i napoletani c'ha un feeling particolare. Tutte conquistate dalla bravura di questo team che in pochi giorni riesce ad attirarsi le attenzioni degli addetti ai lavori. E se altrove la voce corre qui a Sanremo che di "voci" sono esperti il messaggio si espande in pochi giorni. Alla fine anche l'inviata della "Vita in diretta" Barbara Di Palma ne "approfitta" per rimettere a posto la sua folta capigliatura. Il tam tam nel backstage è contagioso ed incuriosisce anche i maschietti che fanno a gara per darsi una sistematica al taglio. Sotto le attente mani di Antonio Menzione finiscono l'attore Piff, i personaggi di Made in Sud e  Giovanni Caccamo (al quale Antonio proprio durante il taglio preannuncia il suo pronostico di vincita) ed i tre vincitori del gruppo "Il Volo" potevano mancare? Certo che no! Anche loro un pó per scaramanzia, un pó per simpatia si lasciamo "acconciare" i capelli. Insomma un vero e proprio successo personale oltre che aziendale per Antonio Menzione, l'art director del gruppo " Idee per la testa team-BH saloon" e per coloro i quali hanno sempre pensato che lo stile e la tendenza sia figlio degli ambienti capitolini o milanesi l'elemento di novità arriva dalla provincia del Sud. Da qui parte un messaggio nuovo che non a caso gli artisti dell'Ariston hanno colto al Volo...altrimenti che si dice a fare che Sanremo è Sanremo?

Intervista ad Antonio Menzione:

Come ci si sente dopo una settimana nel posto più seguito d'Italia " sono davvero felice per l'esperienza vissuta a Sanremo. "Onestamente non immaginavo di trovare una organizzazione così precisa e puntuale. Ho avuto modo di conoscere e di lavorare con artisti di spessore sia umano che professionale che hanno apprezzato il lavoro mio e del mio collega Sabato Sicignano. Quando si ha l'onere di dover rappresentare un'azienda come la BH Saloon in un contesto così importante tutto viene amplificato e cerchiamo di porre una attenzione particolare nei dettagli che nel nostro lavoro sono importantissimi".  Dei tanti artisti con i quali hai avuto modo di confrontarti, quali secondo te erano colpiti dall'atmosfera sanremese? " I giovani in generale erano quelli visibilmente emozionati. Ho avuto modo di sistemare l'acconciatura a Giovanni Caccamo il vincitore della categoria giovani con il quale fino a qualche minuto prima della premiazione facevamo previsioni sulle canzoni più belle e meritevoli. Devo essere sincero mi ha fatto davvero una bella impressione. Un ragazzo che per affermarsi ha dovuto fare enormi sacrifici, ma alla fine con determinazione è riuscito a centrare l'obiettivo. Anche Malika Ayane mi ha colpito per la simpatia e disponibilità. Una donna eccezionale e sempre disponibile a scambiare qualche battuta. Una citazione particolare poi ai ragazzi de 'il Volo' i vincitori di questa edizione con i quali prima della premiazione abbiamo addirittura registrato un filmato in cui salutavamo i nostri conterranei. Questo per far capire quanto variegato sia l'universo Sanremo in cui ognuno vive l'attesa a modo suo". Ripeteresti questa esperienza? "sicuramente, se mi capiterà l'occasione anche l'anno prossimo non la farò sfuggire. A tal proposito volevo ringraziare tutto lo staff di "Idee per la testa" e l'azienda BH Saloon per avermi messo nelle migliori condizioni per operare in una kermesse così importante. Una citazione di affetto al mio amico e collega Sabato Sicignano per il notevole contributo che ha fornito in questa bella esperienza."

   

In questo periodo in cui tutto si rimette in discussione a causa della crisi e dei tagli alle spese che affliggono tutti i comparti dal pubblico al privato, ci sono delle certezze che si rinsaldano nel segno della tradizione e dell'essenziale. Così, mentre altrove per organizzare eventi ci vogliono fiori fior di euro, a Terzigno un gruppo di amici ed appassionati della tradizione popolare riescono con poco o niente a rinverdire, annualmente, la tradizionale quadriglia Terzignese. Razziati gli armadi di capi e vestiti d'epoca, messe su parrucche e trucco trasgressivo così come le calze  auto reggenti dalle quali sbucano ciuffi di peli castigati dal naylon, il più è fatto. Si può andare in piazza a festeggiare il carnevale a modo nostro, alla vesuviana maniera, con poco, anzi, pochissimo. La quadriglia sfila e sfida il tempo e le crisi, tra sorrisi ed applausi  strappati nelle piazzette cittadine dove si riscopre il gusto di questo rito mai tramontato e , forse minimamente scalfito nel periodo in cui da queste parti i carri la facevano da padroni. E come spesso accade nel momento di crisi si torna al passato e si riscoprono percorsi e passioni sopite per troppo tempo. Magari un domani si potesse ripartite dalle quadriglie per costruite un carnevale nel segno della tradizione meno megalomane e più reale a portata di armadio, meno dispendioso e più gradevole, dove a trovare spazio sono la risate strappate ad ogni passo. E forse, il senso del carnevale dovrebbe ritornare ad essere questo: ridere e divertirsi senza nemmeno la necessità  di fare brutti scherzi alle tasche intristite all'inverosimile. 

Non potevamo relegare all'interno di un semplice scritto per il carnevale lo spettacolo nello spettacolo che è andato in scena ieri sera in piazza Troiano Caracciolo del Sole. Dopo la sfilata della classica quadriglia e del carro dei giovani i tantissimi presenti nella piazza principale piAzza di Terzigno hanno avuto modo di assistere ad un gioco di colori , spruzzi e lampi di fuoco in una danza di elettiva naturali che si alternavano e si incontravano sul proscenio come in una vera e propria opera teatrale. L'arte delle fontane danzanti, così è stata battezzata quella che potrebbe essere tranquillamente chiamata come l'arte degli elementi aria, acqua, fuoco e luci in una miscellanea coordinata da un team di esperti giunti alle falde del Vesuvio dall'Umbria. A curare lo spettacolare evento l'associazione carnevale Terzignese presieduta da Vincenzo Ranieri che particolarmente soddisfatto dal palco ha chiosato:" ringrazio tutti voi per la partecipazione a questa manifestazione, una citazione particolare per l'amico Salvatore Carillo per il sostegno ed il supporto, questo è uno spettacolo che come associazione vogliamo donare alla nostra collettività ed affiancarlo agli eventi tipici del carnevale". Mossa riuscitissima, tutti con il naso per aria ad ammirare i mirabili giochi che i maestri Dominici's curano in una armonia tra musica spruzzi e lingue di fuoco che lasciano attoniti i presenti. Ad ogni acuto corrisponde un picco, un colore, un lampo di fuoco che rende unico questo spettacolo che ne siamo certi resterà indelebile nella memoria di chi ha avuto la fortuna di poter mirarlo di persona.  

Finisce tra canti e balli tipici in Piazza Troiano Caracciolo del Sole e nel segno  della tradizione carnevalesca la 18' edizione del carnevale Terzignese che sarà ricordata come quella dell'austerity e dell'assenza dei carri a tema che negli ultimi anni avevano impreziosito questo appuntamento annuale. Per fortuna la voglia di divertimento dei giovani Terzignesi ha fatto si che, nonostante la mancanza di organizzatori navigati ed esperti, si sia riuscito a fare uno spettacolo decente, in cui a fare la parte dEI protagonisti assoluti e sono stati proprio i giovani studenti del liceo "Armando Diaz" di Terzigno tra i quali si sono infiltrati anche alcuni giovanissimi studenti della media " Giusti". I balli dei giovani uniti a delle coreografie essenziali hanno ricordato,innanzitutto, che il carnevale è divertimento puro e poco importa se non ci sono mega strutture con carri allegorici e vestiti scintillanti, si fa di necessità virtù e questo è l'insegnamento che resta, ed è questo il dato che fa sperare. I giovani di Terzigno non si arrendono di fronte alle difficoltà e, da vulcanici quali sono, come fecero i loro avi in tempi ancor più tristi, sanno organizzarsi e rialzarsi per cercar di difendere la loro dignità e quella di un paese che a loro riserva davvero poco, in termini di progettualità ed opportunità. A loro andrebbe conferito in premio per la tenacia e la perseveranza nel cercare di dare a Terzigno un segnale nuovo che parte proprio dalla loro vitalità in un paese in cui i giovani siano davvero protagonisti sul campo e non solo nei programmi elettorali o in frasi di circostanza. 

Terzigno. Partirà oggi pomeriggio alle 15 dall'incrocio di via Panoramica con via cavour la sfilata del carnevale terzignese 2015. Manifestazione, quella di quest'anno, fortemente condizionata dalla crisi economica e quindi organizzata all'insegna dell'austerity, ma la voglia di divertisti dei giovani terzignesi in questa giornata particolare è andata ben oltre gli effetti delle spending review che obbligano qualsiasi organizzazione a rivedere spese e costi. Ma il divertimento, lo si può riscoprire anche con poco ma devi mettere in conto sacrifici e difficoltà quando poi devi confrontarti con una realtà avulsa dalla programmazione e quando hai a che fare con istituzioni locali che non programmano nulla, né in termini di valorizzazioni del territorio né, tanto meno, in manifestazioni strettamente collegate ad esso come ad esempio è il carnevale (per ulteriori informazioni chiedere all'amministrazione comunale di Palma Campania). Bisogna farsene una ragione se i qui privati non spendono ed investono sul territorio, c'è poca speranza nell'auspicare forme di investimento da parte di chi amministra. Il carnevale comunque, si fa per volontà di giovani liceali temerari che si armano di buona volontà e voglia di divertirsi. Ad essi si affianca la tradizionale quadriglia dei soliti noti, travestiti nei personaggi più strampalati ma che di fondo rinverdiscono una tradizione carnevalesca che resiste al tempo ed alla crisi. Si parte da via Panoramica Zabatta, si percorrerà con l'unico "minicar-ro" il percorso tradizionale  sfidando il fondo stradale di Corso Leoanardo da Vinci in una sorta di corsa ad ostacoli più adatta ai giochi senza frontiere che ad un carnevale (anche se il vecchio adagio recita che di questa giornata ogni scherzo vale...) per poi chiudere in piazza Troiano Caracciolo con quello che, si preannuncia essere, il momento più spettacolare di questa edizione. Le fontane danzanti dei maestri Dominicis, noti al grande pubblico per aver partecipato al programma televisivo di Maria De Filippi "Italia's got talent". "Siamo felici per i giovani di Terzigno - commenta il presidente del carnevale terzignese Vincenzo Ranieri - nonostante le difficoltà e mille peripezie alla fine la voglia di divertirsi e la tradizione del carnevale hanno avuto la meglio. Rispetto al passato si riscontrano maggiori difficoltà nel coinvolgere imprenditori e persone disposte ad investire, tuttavia abbiamo voluto regalare ai terzignesi uno spettacolo che resterà unico nel suo genere con le fontane danzanti che siamo sicuri stupiranno quanti stasera accoreranno in piazza Troiano Caracciolo del Sole"  .

Il  Caporal Maggiore Scelto Rocco Vastola è nato nel 1983 a Vico Equense  .Dal 2003 è un volontario dell’ Esercito Italiano, lavorando a Trento presso il 2 ° Reggimento Genio guastatori della Brigata alpina Julia, reparto con il quale ha partecipato alla missione  di pace  in Afghanistan e con il quale ha prestato soccorso umanitario all’isola di Haiti dopo il terribile terremoto del 2010; attualmente è impegnato con altri 50 genieri del 2° Reggimento guastatori nella missione EUFOR RCA a Bangui la capitale della Repubblica Centrafricana. La sua famiglia vive a Striano piccola realtà   in provincia di Napoli, luogo in cui torna ogni volta che riesce a ricavarsi una pausa dai numerosi impegni di servizio per stare con gli amici d’infanzia ed i parenti.

 Che genere di missione è quella che stai svolgendo?

“EUFOR RCA è una missione relativamente piccola (700 militari in tutto), ma estremamente efficace e soprattutto molto apprezzata dalla popolazione di Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, dove l’Unione Europea esplica un’intensa azione diplomatica, militare e di assistenza allo sviluppo in uno dei Paese più poveri del mondo.La ragione del successo di EUFOR risiede essenzialmente nella presenza costante, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per le strade di Bangui: le pattuglie europee girano molto a piedi ed entrano in contatto con la gente, adottando un approccio ‘light’ che ha di fatto rianimato quella che era diventata una città fantasma dopo i violenti scontri interconfessionali scoppiati giusto un anno fa. Nelle strade è tornata la vita, i mercati hanno riaperto i battenti e per le strade circolano una miriade di veicoli, e tantissime persone in fuga dalla guerra civile sono rientrate a casa: all’inizio dell’anno si contavano - soltanto intorno all’aeroporto - oltre 100.000 profughi, mentre oggi sono meno di ventimila, grazie all’intervento internazionale e alla presenza di EUFOR, che ha garantito la sicurezza dello scalo di Bangui e facilitato l’azione delle organizzazioni umanitarie. A Natale, nei quartieri cristiani di Bangui si è respirata una bella aria di festa, e anche la parte musulmana ha mostrato rispetto per le celebrazioni, alcune delle quali hanno avuto un significato davvero speciale: il 25, presso la missione religiosa dei carmelitani  di Bimbo (nei pressi di Bangui) - dove da più di un anno hanno trovato rifugio 5.000 persone in fuga dalla guerra -  sono stati battezzati tantissimi bambini nati nella missione, e gli Alpini della Julia hanno portato dall’Italia pacchi di doni che hanno regalato un sorriso ai giovani ospiti dei missionari italiani, padre Federico e padre Matteo.”

 Come svolge la sua giornata tipo ? Di cosa si occupa li a Bangui?

La mia giornata inizia molto presto, per sfruttare le ore più fresche dalla giornata considerando che le temperature diurne a Bangui posso raggiungere i 40°, ed è principalmente dedicata alla realizzazione di opere infrastrutturali utili alla popolazione locale. Insieme ad altri 50 genieri alpini del 2 ° Reggimento Guastatori di Trento realizzo piccoli ponti a passerelle necessarie a garantire la mobilità tra i quartieri inoltre insieme ripristiniamo strade rese impraticabili dal maltempo e dagli scontri tra gruppi opposti nel del 2013, bonifichiamo canali di scolo delle acque dove proliferano zanzare e insetti, causa della diffusione della malaria, al momento la prima causa di mortalità infantile qui inCentrafrica. Lavoriamo in un contesto multinazionale europeo e quotidianamente supportiamo con il nostro lavoro sia la popolazione locale sa le organizzazioni internazionali schierate a Bangui."

Lavorando in un contesto internazionale europeo, quali sono gli aspetti  che l hanno colpita maggiormente quali l hanno delusa?

"Questa non è la mia prima missione internazionale ma per la prima volta mi trovo a lavorare in una missione a guida europea. EUFOR è appunto l’espressione più diretta dell’integrazione dell’Unione Europea. Potendo contare su contingenti provenienti da 13 paesi oltre che il supporto e l’appoggio di tutti 28 paesi membri. C’è molta collaborazione e solidarietà tra i contingenti che operano qui e si instaurano rapporti umani molto intensi con i ragazzi di altre nazioni malgrado lingue e culture diverse. Passiamo spesso il poco tempo libero con loro parlando di Sport, di calcio e cercando di imparare qualche parole delle loro lingue. Sto veramente apprezzando la cordialità e la professionalità dei miei colleghi europei".

L’immagine dell’Africa più frequente è un’immagine di povertà e dolore. Lei che è lì cosa può dire a riguardo?

"Purtroppo devo confermare quest’immagine di miseria e dolore anche se la caparbietà della gente e i sorrisi dei bambini infondono speranza per un futuro migliore. Girando per le strade di Bangui si notano i disagi lasciati da anni di scontri sociali e l’incertezza politica non aiuta la ripresa della normalità sebbene questa parte del mondo presenta aspetti e culture bellissime. L’assenza di un governo forte e condiviso, di forze di polizia sufficienti alimentano la diffusione in città della criminalità e bande armate. Una vera piaga per questa gente".

La missione EUFOR è in atto da 8 mesi e da quanto pare terminerà a marzo. Quali sono gli obbiettivi raggiunti e quali mancano ancora per dire missione compiuta?

"EUFOR RCA è una missione relativamente piccola (700 militari in tutto), ma estremamente efficace e soprattutto molto apprezzata dalla popolazione di Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana, dove l’Unione Europea esplica un’intensa azione diplomatica, militare e di assistenza allo sviluppo in uno dei Paese più poveri del mondo. La ragione del successo di EUFOR risiede essenzialmente nella presenza costante, 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, per le strade di Bangui: le pattuglie europee girano molto a piedi ed entrano in contatto con la gente, adottando un approccio ‘light’ che ha di fatto rianimato quella che era diventata una città fantasma dopo i violenti scontri interconfessionali scoppiati giusto un anno fa.Nelle strade è tornata la vita, i mercati hanno riaperto i battenti e per le strade circolano una miriade di veicoli, e tantissime persone in fuga dalla guerra civile sono rientrate a casa: all’inizio dell’anno si contavano - soltanto intorno all’aeroporto - oltre 100.000 profughi, mentre oggi sono meno di ventimila, grazie all’intervento internazionale e alla presenza di EUFOR, che ha garantito la sicurezza dello scalo di Bangui e facilitato l’azione delle organizzazioni umanitarie".

Da qualche mese la diffusione dell’ebola in Africa è diventata una delle pene più grandi per l’umanità? Ha paura? Come vi siete preparati?

"Non sono stati riscontrati casi di Ebola qui in Repubblica Centrafricana, ma dato l’alto numero di contagiati in Sierra Leone  e Liberia l’ attenzione rimane alta e vengono rispettate tutte le procedure di controllo previste dalle organizzazioni sanitarie; qui a Bangui  opera il centro epidemiologico “Pasteur” che controlla e monitorizza la situazione tenendo costantemente aggiornati il governo e gli operatori internazionali oltre i nostri responsabili sanitari. Siamo sereni e rispettiamo tutte le direttive ed i consigli dei nostri esperti medici".

A breve la missione Eufor terminerà, come vi state preparando al rientro?

“I prossimi mesi saranno dedicati al passaggio di consegne definitivo ai caschi blu della missione MINUSCA, ed il conseguente ripiegamento del contingente europeo che dovrebbe avvenire entro il prossimo mese di  marzo, tuttavia è stato appena portato a termine in parallelo alle numerose attività del EUFOR, un progetto che ha visto i genieri italiani protagonisti della costruzione di un ponte destinato a riunificare due quartieri che furono divisi dalle ostilità, una riunificazione non solo simbolica ma altrettanto necessaria per ridare slancio all’indotto economico e commerciale. Il progetto “ponte per Bangui”  è una bella iniziativa di cooperazione europea (l’U.E. è infatti il primo partner della Repubblica Centrafricana);   il ponte costruito in Polonia, è stato fornito dalla Repubblica Ceca, trasportato con un volo della Germania, e appunto installato dal contingente italiano, un coordinato e perfetto gioco di squadra!”

Continua infaticabile l'opera di supporto e sostegno dell'Esercito Italiano nella Repubblica Centrafricana, paese che negli ultimi anni è stato teatro di violenti scontri da opposte fazioni per assumere il governo nazionale in cui la Forza Armata opera dal 1 aprile 2004 sotto mandato dell'unione europea ed egida ONU.  E’ stato, infatti, inaugurato nei giorni scorsi il ponte metallico di 24 metri costruito dal genio militare italiano della missione europea EUFOR RCA per riunire tre zone della capitale centrafricana divise dal crollo – nel 2010 - della struttura che superava un ampio canale idrico, mai più ripristinata a causa del conflitto civile. Il ponte ‘Sewa’ – ‘unità’ in lingua locale – rappresenta un’iniziativa europea a sostegno della  sicurezza, dello sviluppo economico e della riconciliazione interconfessionale tra le diverse comunità di Bangui. Al progetto hanno preso parte numerosi Paesi dell’Unione Europea: la Repubblica Ceca ha fornito la struttura metallica modulare di fabbricazione polacca, successivamente trasportata a cura delle Svezia e infine assemblata dai militari dell’Esercito italiano, con la supervisione di tecnici tedeschi e cechi. Composto da oltre 1000 elementi, nell’arco di due giorni il ponte modulare è stato costruito e spinto a mano tra le due sponde del canale dagli uomini del 2° reggimento genio della brigata Julia di stanza a Trento. L’iniziativa portata a termine dalla missione EUFOR RCA si inserisce nel quadro dei progetti europei a sostegno della popolazione realizzati in cooperazione con le autorità centrafricane. In particolare, il ponte metallico realizzato dai genieri italiani ha anticipato temporaneamente il ponte permanente in costruzione nella stessa zona grazie al finanziamento dall’Unione Europea, che è il primo partner per lo sviluppo della Repubblica Centrafricana. Il taglio del nastro è avvenuto per mano del Generale Philippe Pontiès – comandante operativo di EUFOR RCA – e della Presidente della Repubblica Centrafricana Catherine Samba Panza, in presenza della massime autorità centrafricane e dei rappresentanti della comunità internazionale, tra cui l’Ambasciatore a capo della Delegazione UE Jean-Pierre Reymondet e il Console onorario d’Italia a Bangui Stefano Giuliani.Nel discorso tenuto prima dell’inaugurazione, l’alto ufficiale francese, dopo aver evocato lo spirito che anima l’operazione europea, a base di “apertura, dialogo, rispetto reciproco per facilitare il ritorno della stabilità e della sicurezza per tutti nell’ambito di quartieri fortemente segnati dagli scontri di Dicembre 2013”, ha sottolineato la cooperazione esemplare tra nazioni europee, citando tra l’altro il ruolo fondamentale del genio italiano nel montaggio della struttura

Ranieri: "mai più con Auricchio e Pagano"

Martedì, 10 Febbraio 2015 17:43

“Occorre un ricambio generazionale ed una profonda ristrutturazione del sistema politico terzignese altrimenti rischiamo il baratro sociale ed economico – ad affermarlo è Francesco Ranieri ex vicesindaco di Terzigno che nei giorni scorsi ha realizzato un’intervista nell’ambito delle iniziative promosse dal nostro giornale. “Credo che ormai sia necessario, per il bene di Terzigno, mettere da parte ogni forma di personalismo e di velleità che sono il frutto della bramosia di potere e cercare altresì di parlare di progettualità e programmi per la nostra cittadina. Terzigno una volta era conosciuta per tanti aspetti positivi  nell’hinterland vesuviano, oggi invece, rappresenta il fanalino di coda e tutto questo a discapito dei giovani”. E’ disposto a candidarsi come sindaco? “Fino ad oggi, e non lo posso negare, ho avuto diversi incontri con le varie componenti politiche e forze che si stanno proponendo come alternativa ai centri di potere precostituiti. Sono disposto anche a fare un passo indietro di fronte a personalità di spessore pronte a mettere al centro dei programma Terzigno ed i giovani. Sento parlare e fare molti nomi ma si parla pochissimo di progetti ed idee per la nostra città. E’ un peccato vedere la nostra realtà subire, inerme, gli effetti delle crisi, maggiormente acuita dall’inasprimento delle imposte locali. Generazioni di giovani sono ormai costretti ad abbandonare la nostra terra per cercare fortuna altrove. E questo è un dato che deve farci riflettere”. Ha sempre creduto nei giovani e nelle loro potenzialità. “Fino a prova contraria nelle precedenti consultazioni ho avuto il sostegno di due liste che avevano dei nomi che esemplificano il concetto di vicinanza che ho per la gioventù. “I giovani per Terzigno” ed “Il Tralcio” incarnavano infatti, due elementi importanti: la componente giovanile con la propria voglia di riscatto, ed il tralcio che riconduce inevitabilmente alle radici storiche ed alle tradizioni vesuviane. E’ proprio da qui che intendo partire. Ho pagato sulla mia pelle scelte politiche coraggiose che sono state, purtroppo, ripagate con il disprezzo e l’arroganza di chi teme la competenza e la passione autentica per il territorio.” Si riferisce alla sua rimozione da vicesindaco? “Certo, quella è stata una brutta pagina politica che mi ha fatto comprendere tante cose e, soprattutto, mi ha fatto maturare la convinzione che con gli attuali interpreti del centro destra non ci sono margini di trattativa alcuna. Né con Domenico Auricchio né, tantomeno, con Stefano Pagano qualora sia lui il candidato a sindaco, farò più accordi politici visto i precedenti. Il centrodestra non può rispecchiarsi in personaggi che hanno solo e continuamente inasprito il regime fiscale sul territorio, aumentando vertiginosamente le tasse locali a discapito delle piccole e medie imprese che rappresentano l’ultimo nucleo produttivo sul territorio. Anziché favorire le imprese e le attività commerciali, le stanno facendo collassare. Per la prossima tornata elettorale confido ed auspico in una ampia coalizione di persone perbene e volenterose che pongano al centro del programma politico Terzgino ed i giovani. Con o senza il mio nome e candidato sindaco sarò disponibile a fare non uno ma dieci passi indietro pur di contribuire alla rinascita del nostro paese”.

 

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