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Già si sapeva, già era tutto preventivato, ma viverlo é stato ancor più emozionante. Il tributo riservato dai tifosi partenopei al grande Pino Daniele è stato un qualcosa di unico, ha smosso le anime, ha fatto vibrare i cuori, ha regalato alla memoria di questo immenso artista l'apice della sua celebrazione, ha fatto piangere, ha fatto riflettere. Napoli si è rivelata nelle sua vera veste: quella di una mamma che non fa niente per mostrarsi nel suo ruolo da genitore, ma si finge figlia di ogni interprete che sa donargli ogni volta un nuovo senso, una nuova motivazione per essere amata, un nuovo modo per amarsi un pò di più. E allora ci si dimentica delle contraddizioni di una città troppe volte bistrattata, maltrattata, messa nell'occhio del ciclone, anche quando il ciclone non la colpisce minimamente. Ci si dimentica dei suoi figli sbagliati, dei suoi errori ripetuti, di chi la vende al mondo come una tremenda Gomorra, e si aprono le menti alla sua essenza nascosta, ma non troppo: quella di una città che ha voglia di vivere, di divertirsi, di celebrare le eccellenze, di sentirsi importante, di essere parte del tutto in modo semplicemente unico. E dunque, tutti in piedi per Pino e per Napoli, per un figlio che si è spento lontano, ma che ha sempre acceso i cuori di milioni e milioni di persone che si sono identificati nelle sue note, nelle sue rime, nei mille colori con cui ha dipinto la sua città, nella sua voce inimitabile, nel suo blues senza epoca. In piedi per una tifoseria che viene sempre criticata, ma che nei momenti di difficoltà mostra la sua umanità senza limiti e la sua passione infinita, non solo per un gioco, ma anche per un ideale di vita, quello del riscatto da tutto e da tutti, dai Salvini di turno e dalle male lingue di sempre. In un mondo in cui tutti i valori sembrano andare alla rovescia, in cui disegnare una vignetta equivale ad una dichiarazione di guerra unilaterale, è davvero fantastico sapere che c'è ancora chi sa raccogliersi in un tutt'uno per omaggiare la sua città e i suoi migliori interpreti. E, allora, tutti un piedi. Canta Napoli, ed è una melodia fantastica.

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Pace fatta fra i tifosi azzurri ed il Napoli? Bè a giudicare dall’allenamento a porte aperte al San Paolo di oggi diremmo proprio di si. E’ “bastato” infatti il successo contro la Vecchia Signora nella epica disfida di Doha per ricucire l’ampio strappo fra supporters, squadra e società. Una Supercoppa Italiana benevola che, oltre a rimpinguare il palmarès azzurro, ha diradato, almeno al momento, le nubi che si erano levate minacciose sul giocattolo Napoli. La troppa sfiducia, le critiche pesanti, lo stadio vuoto sembrano ricordi atavici e lontani rimpiazzati dall’entusiasmo, dalla partecipazione, dai cori e dall’amore infinito di stamane. E si perché per un semplice allenamento al San Paolo si è ricorso all’apertura di altri settori per (Distinti inferiori, Curva B superiore ed inferiore) permettere ai numerosi tifosi di assistere alla preparazione degli azzurri al match dell’Epifania contro il Cesena di Di Carlo. 30 Mila cuori che all’unisono hanno applaudito, osannato e ringraziato gli eroici azzurri che hanno riportato 24 anni dopo Silenzi, Careca e Maradona la Supercoppa a Napoli, 30 mila anime azzurre a caricare i calciatori per un 2015 ricco di sfide e di emozioni indescrivibili. Tanti i tifosi anche dalla provincia e dal vesuviano che, nonostante il giorno feriale, hanno voluto tributare il proprio omaggio alla squadra osservando un allenamento utile non solo per il trionfo azzurro ma anche per il neo-acquisto Strinic apparso già pronto ad occupare la corsia mancina del Napoli. Insomma il 2015 azzurro nasce sotto i migliori auspici.

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