Napoli, elementi in musica al teatro Augusteo

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La musica che viene plasmata dagli innumerevoli elementi che circondano la quotidiana percezione sensoriale i quali, mediante essa, si amalgamano in un'unica ,ma ricca ed eterogenea, atmosfera. E' questo l'ultimo esperimento lavorativo messo in atto dal maestro piemontese Ludovico Einaudi, il quale, nelle serate di lunedì 30 novembre e martedì primo dicembre, al teatro Augusteo di Napoli, ha voluto condividere con il pubblico, accorso numeroso in entrambe le date, questa nuova ottica di scoprire la naturalità, che permea viva energica attraverso le sue note. Il pluripremiato pianista, accompagnato dalla fedele orchestra, composta da Federico Mecozzi al violino, Redi Hasa al violoncello, Riccardo Laganà alle percussioni, Francesco Arcuri alle chitarre e Alberto Fabris al basso elettrico, ha regalato ,alla platea estasiata, performance avvolgenti e vigorose di alcuni brani tratti dal suo ultimo album "Elements", quali "Twice", "Petricor", "Numbers", "Night" e tante altre ancora. I nomi dati ai brani lasciano intuire facilmente la peculiarità percettiva che fa da tematica all'intera realizzazione artistica.  Da apprezzare inoltre l'incantevole scenografia dinamica che accompagnava, in perfetta sintonia ritmica e d'intensità ,mediante improvvisi giochi di luci e proiezioni grafiche, l'esecuzione dei suggestivi componimenti, il quali ,a loro volta, sembravano intimamente connaturati alla perfetta acustica della struttura novecentesca sita in prossimità di via Toledo. Fragorosi gli appalausi che s'intervallavano al finire di ogni brano, e commovente l'ultimo, tributato al maestro alla fine del concerto, quando tutti i presenti, alzatisi in piedi, hanno battuto le mani per diversi minuti, nell'insolita cornice di una mite serata autunnale. Il tour, che trae il nome dall'omonimo lavoro discografico, proseguirà per tutto il mese corrente e , dopo Napoli, toccherà i teatri di Roma, Bologna, Milano e Cremona. In una realtà contemporanea in cui la musica sembra essersi rinchiusa in una gabbia di banalità e mercificazione artistica, c'è ancora chi è capace di dare spazio a nuove forme di significato e di idee comunicative.