La Guardia di Finanza questa mattina all’alba ha dato seguito ad una ordinanza di custodia cautelare a carico di 13 persone residenti nell’area vesuviana tra i comuni di Terzigno, San Giuseppe Vesuviano e Poggiomarino. Di queste 13 persone, 7 sono state poste agli arresti domiciliari mentre per altre 6 è stato posto l’obbligo di presentazione presso la polizia giudiziaria. Le fiamme gialle hanno scoperto due organizzazioni criminali, che operavano nei comuni di San Giuseppe Vesuviano, Terzigno e Poggiomarino, dedite alla predisposizione ed instaurazione di fittizi rapporti di lavoro, di brevissima durata, finalizzati esclusivamente alla fraudolente percezione, da parte di lavoratori italiani, di indennità da parte dell’INPS e all’ottenimento, da parte di lavoratori stranieri, del permesso di soggiorno.  Il tutto veniva organizzato tramite ditte fantasma create dal grippo composto da commercialisti, ragionieri, consulenti del lavoro ed imprenditori al fine di permettere la fittizia instaurazione dei rapporti di lavoro, aziende che in pratica non sono mai esistite che hanno assunto e licenziato formalmente una quantità enorme di dipendenti che così hanno potuto richiedere ed ottenere i requisiti necessari per l’ottenimento di indennità di disoccupazione od anche quelle conseguenti alla maternità. L’azione della Guardia di Finanza era sta avviata nei mesi scorsi con un altro blitz alle falde del Vesuvio dal quale poi sono scaturiti questi provvedimenti restrittivi. Destinatario del provvedimento restrittivo il consigliere comunale di Terzigno Arcangelo Manzo. Il Giudice per le indagini preliminari di Nola ha inoltre disposto  il sequestro per equivalente delle somme percepite dalle associazioni a delinquere per un ammontare pari a 650.725,85 euro.

Elenco delle persone colpite dai provvedimenti

AGLI ARRESTI  DOMICILIARI

Manzo Arcangelo, 48 anni, di Terzigno

 Avino Francesco, 47 anni, di Terzigno

Guan Guorong, 62 anni, di Terzigno

Giuliano Lino Ciro, 52 anni, di Terzigno

Mohammad Towhid, 32 anni, di San Giuseppe Vesuviano

Esposito Giorgio Francesco, 71 anni, di San Giuseppe Vesuviano

Esposito Fabio, 43 anni, di San Giuseppe Vesuviano

OBBLIGO DI PRESENTAZIONE 

Nappo Michela, 26 anni, di Terzigno

Boccia Pasquale, 35 anni, di Terzigno

Galasso Martino, 39 anni, di Poggiomarino

Rho Maria, 53 anni, di Cercola

Ambrosio Rosa, 44 anni, di San Giuseppe Vesuviano

Montechiaro Giuseppe, 41 anni, di Capaccio 

L'Esercito Italiano dal dopoguerra in poi ha assunto sempre più la connotazione di una forza di interposizione in aree critiche del globo scenari di combattimenti ed eccidi. La storia racconta di massacri e vite spezzate da confitti in paesi politicamente instabili, dove molto spesso al potere politico istituzionale si è insediato il potere delle armi o del fanatismo religioso. Le missioni in Somalia, Bosnia, Kosovo, Afghanistan, Iraq e Libano sostenute dall'Esercito Italiano a partire dagli inizi degli anni '90 hanno gradualmente accresciuto le capacità e le esperienze del personale militare che, alla parte essenzialmente operativa ha abbinato anche le attività in ambito CI.MI.C. (cooperazione civile militare) che di fatto ha conferito alla Forza Armata una "competenza" a sfondo socio-umanitario  mirata e diretta al soccorso delle popolazioni locali. Da pochi mesi alle missioni note perché maggiormente attenzionate dei mass media o di interesse strategico dal punto geopolitoco, si è affiancata una missione a sfondo umanitaria sotto mandato ONU nel continente nero. La Repubblica Centrafricana, infatti, è stata teatro, dal marzo del 2013, di violenti scontri e diffuse violazioni dei diritti umani ad opera di gruppi armati contrapposti, che hanno causato la dissoluzione dell’autorità statale e migliaia di vittime tra la popolazione civile, oltre all’esodo di un milione di persone. A seguito dell’emergenza che si è verificata, l’Onu ha emanato la risoluzione n. 2134 del 28 gennaio 2014, che autorizza l’Unione Europea a lanciare un’operazione militare nel Paese africano. Il 10 febbraio 2014 il Consiglio dell’Unione Europea ha adottato la risoluzione 2014/73, con cui veniva istituita la Missione multinazionale EUFOR RCA, che iniziava formalmente il 01 aprile 2014, avente per Area di Operazioni tre zone sensibili della capitale centrafricana Bangui: l’aeroporto internazionale di M’poko e i quartieri 3 e 5, in passato colpiti da violenti disordini tra milizie contrapposte e attualmente in via di stabilizzazione. Attualmente EUFOR RCA consiste di un Comando Operativo con sede a Larissa (Grecia) e di un contingente militare multinazionale di 700 militari schierato a Bangui, costituito da un battaglione di manovra, integrato da una forza di gendarmeria operante sotto l’egida di EUROGENDFOR. In tale contesto, l’Italia si è resa disponibile a fornire un impegno concreto, seppur circoscritto, all’intervento deciso dall’Unione Europea. In particolare, il contingente nazionale è fornito dall’Esercito Italiano e consiste – oltre ad alcuni elementi in seno allo staff di EUFOR – in un distaccamento dell’2° Reggimento Genio della brigata alpina ‘Julia’ che ha avvicendato a Dicembre i colleghi dell’8° Genio della ‘Folgore’. A capo del contingente è stato designato il tenente colonnello Mario Renna, delle Truppe Alpine, che è anche portavoce di EUFOR a Bangui. Tra i compiti dell’assetto genio figurano il supporto e il mantenimento della mobilità delle forze EUFOR, la ricognizione e il mantenimento degli assi di comunicazione, il supporto alla forza in materia di residuati bellici, e il contributo al mantenimento e alla difesa passiva dei compound di EUFOR. A questi compiti si aggiunge la realizzazione di lavori infrastrutturali di base in favore della popolazione e del governo locale e il monitoraggio di un importante progetto di ricostruzione di un ponte, finanziato dall’UE e affidato a imprese locali. La Francia ha assunto il comando della missione dell’Unione Europea con il Generale di Divisione Philippe Pontiès, quale Operational Commander presso l’EU OHQ di LARISSA e con il Generale di Brigata Jean-Marc Bacquet, quale Force Commander a Bangui, subentrato a Dicembre al Generale Thierry Lion. Oltre all’Italia, che è il quarto contributore con 51 elementi, attualmente partecipano alla missione europea a Bangui altre undici nazioni: Francia, Spagna, Polonia, Finlandia, Germania, Ungheria, Paesi Bassi, Lussemburgo, Lituania, Georgia e Serbia. Il mandato di EUFOR-RCA è stato di recente esteso fino al 15 marzo 2015 con apposita risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Sono decine oramai i centri di fecondazione assistita in Italia che si sono organizzati per espletare l’eterologa, chiudendo accordi di collaborazione con banche dei gameti esteri. Sono state raggiunte anche le prime gravidanze che permettono alle centinaia di donne italiane in attesa di un trattamento di eterologa, di vedere approssimarsi il momento tanto atteso. Anche la Campania si prepara ad aprirsi a questo tanto atteso trattamento della fertilità. “Noi siamo la prima banca degli ovociti europea, con più di 1.500 vitrificazioni effettuate negli ultimi 3 anni con svariate cliniche d’Europa” spiega il dr Federico Floris, Direttore Commerciale di Ovobank Italia. “Lavorare con un centro altamente qualificato come il nostro, permette sia alle cliniche di avere dei partner professionali di primissimo livello e riportare tassi di risultati positivi tra i più alti in Europa, sia alle pazienti italiane di garantirsi un procedimento del trattamento di selezione delle donanti e di vitrificazione degli ovociti virtuoso di tutte le normative di sicurezza sanitaria previste dalla legge italiane e dalle normative europee in materia” Anche il prof. Giovanni Menaldo, responsabile del Centro Clinico San Carlo di Torino, interviene specificando che “non abbiamo pregiudiziali a rivolgerci a banche estere accreditate quando non siano presenti nel nostro Centro gameti idonei per il caso specifico. Facciamo quindi la scelta più idonea rispetto alla coppia che abbiamo di fronte”.A questo proposito, sabato 14 febbraio, si svolgerà a Napoli, presso l’Hotel San Francesco al Monte,  un incontro dal titolo “L’Ovodonazione nella fecondazione eterologa”, promosso da Ovobank Italia. “Abbiamo risposto alla crescente richiesta da parte di numerosi centri di PMA italiani, di informazioni relative allo start up della procedura dell’eterologa in Italia ed alle problematiche tecniche e legali a riguardo”, spiega ancora il dr Federico Floris. “La recente delibera dell’Ospedale Careggi di Firenze, che ci ha nominato ufficialmente loro partner clinici nella fornitura di gameti femminili, ha fomentato l’interesse di tante amministrazioni sanitarie, pubbliche e private”. “Per ora in Italia manca la cultura della donazione degli ovociti, anche dei sovrannumerari. Dobbiamo lavorarci bene, ma ci vorranno anni”. Questa è la riflessione del prof. Lamberto Coppola, direttore sanitario del Centro Tecnomed di Nardò; “Le coppie vogliono essere seguite dai propri medici italiani, nella propria nazione, parlando la nostra lingua. Non vogliono essere spedite all'estero come pacchi postali, ma ci tengono però a sfruttare l'esperienza dell'estero in questo settore​” Ma qual’è la situazione reale delle donazioni italiane di gameti femminili?A questa domanda risponde il dr Roberto Laganara, responsabile medico del Centro PMA Biotech di Padova: “Attualmente non vi sono alternative concrete alle banche estere in Italia per poter eseguire cicli di ovodonazione. Gli ovociti avanzati da altre pazienti in cicli precedenti e che fossero disponibili alla donazione sono difficilmente utilizzabili, per una serie di motivi. Innanzitutto si tratta di ovociti di donne con problemi di fertilità, e questo dovrebbe essere già sufficiente a chiudere il discorso. Inoltre le nostre pazienti sono spesso oltre i 35 anni (età limite per la donazione) e gli ovociti, specie se crioconservati alcuni anni fa, potrebbero non essere stati crioconservati secondo le metodiche più recenti, quelle che assicurano tassi di successo praticamente sovrapponibili agli ovociti "freschi". 

 

Il Vesuviano incontra Giuseppe Annunziata

Sabato, 07 Febbraio 2015 19:24

Nell’ambito del programma di incontri organizzati da "Il Vesuviano" comunichiamo che venerdì 13 febbraio alle ore 21 presso la sede del giornale in piazza Troiano Caracciolo del Sole a Terzigno, si terrà l’intervista, con la presenza del pubblico, al candidato sindaco di Terzigno, Giuseppe Annunziata. All’incontro potranno partecipare cittadini o semplicemente curiosi che avranno l’opportunità di conoscere uno dei prossimi esponenti politici che scenderà in campo per conquistare la fascia di primo cittadino. L’intervista sarà realizzata dal direttore responsabile de “il Vesuviano” Genny Galantuomo con il quale il candidato farà un percorso a partire dalla precedente esperienza da sindaco negli anni ’90- conclusasi bruscamente e per la quale Giuseppe Annunziata ha vissuto un lungo percorso giudiziario terminato con l’assoluzione-, fino a trattare le  nuove proposte che intende sottoporre all’attenzione della cittadinanza. Questa è la terza intervista a redazione aperta che “il Vesuviano” realizza dopo quelle con la candidata Anna Teresa Ranieri ed il probabile candidato Francesco Ranieri.

L'associazione culturale "I Giovani della Piazza" di Terzigno sta organizzando il 4° concorso nazionale di poesia. Dopo le felici ed entusiasmanti esperienze questo premio sta diventando oramai un appuntamento fisso nel panorama culturale locale grazie alla costanza e alla determinazione di questa associazione. Il termine di scadenza per partecipare con propri elaborati è fissato per il 19 febbraio prossimo. Il concorso prevede che una giuria di esperti valuterà e designerà le composizioni alle quali assegnare i seguenti premi: Poesia Lingua Italiana, Poesia in Vernacolo Per  le seguenti categorie : Bambini (scuola elementare) Ragazzi (medie/superiori) Adulti. La cerimonia di premiazione, aperta al pubblico, avverrà sabato 23 Maggio 2015 alle ore 19,30 presso la Sala Consiliare DEL Comune DI Terzigno.

In allegato a questo articolo è disponibile il bando completo del concorso

 

Si è chiuso con il segno positivo il mercato automobilistico a Napoli e in Campania. Nel complesso, a beneficiare dell’inversione di tendenza, è stato sia il comparto del nuovo che, sebbene in misura minore, quello dell’usato. In particolare, secondo i dati del Pubblico Registro Automobilistico dell’ACI, nel 2014 sono state iscritte al PRA di Napoli 24.879 nuove autovetture, con un aumento del 4,6% rispetto all’anno precedente. Positivo è stato anche l’andamento regionale: 51.719 nuove iscrizioni pari ad un incremento del  5,6 per cento. Incoraggiante anche il dato relativo alla compravendita di vetture usate. A Napoli, le auto che, lo scorso anno, hanno cambiato proprietario, al netto delle minivolture (ovvero i trasferimenti temporanei a nome del concessionario in attesa della rivendita al cliente finale), sono state 117.644, equivalenti ad un aumento dell’1,4% in confronto al 2013. Dell’1,1% è stata, invece, la crescita dei passaggi di proprietà in Campania, complessivamente ammontanti a 231.131 formalità registrate al PRA. Di segno inverso, invece, è stato il trend delle auto radiate dal Pubblico Registro dell’ACI. A Napoli, infatti, ne sono state tolte dalla circolazione 51.366, il 3,9% in meno rispetto all’anno precedente, mentre in Campania 102.422 unità pari al un decremento del 4,9%. In pratica, il tasso unitario di sostituzione è stato di 2,06 a Napoli e di 1,98 in Campania. Ciò significa che per ogni 100 vetture nuove ne sono state cancellate, rispettivamente, 206 a Napoli e 198 nell’intera regione. “Sebbene le statistiche 2014 facciano pensare ad una positiva ripresa del mercato automobilistico nel nostro territorio – spiega il Presidente dell’Automobile Club Napoli, Antonio Coppola - il rapporto di 1 a 2 tra auto nuove e vetture rottamate ci fa capire, invece, che si sta sempre più affermando una tendenza alla rinuncia delle quattro ruote. E ciò per evidenti motivi economici, associati peraltro alle notorie limitazioni di circolazione e carenze infrastrutturali presenti nella nostra città. Peccato, però, che a fronte di questo minore ricorso al mezzo privato non corrispondano, parallelamente, miglioramenti sul piano dei trasporti pubblici e del traffico, con la conseguenza che il diritto alla mobilità, per i napoletani, continua ad essere una chimera”.

Nel ricordo del giornalista Giuseppe Scudieri

Mercoledì, 28 Gennaio 2015 16:13

Il signor Giuseppe amava scrivere. La sua voce sembra ancora sentirsi nelle stanze della redazione. Amava scrivere e amava fotografare il mondo che osservava: affinché nulla andasse perso. Quando ho saputo della sua scomparsa, sono corsa subito a leggere alcune delle cose che aveva scritto: è l’esigenza di lucidare per bene i ricordi a farci correre subito indietro. E i ricordi si sono nascosti in piccoli frammenti quotidiani. Qualche tempo fa, il signor Giuseppe mi inviò una poesia che aveva scritto. Si intitolava: “Uno sguardo verso il cielo”. Non so se qualcuno abbia mai letto i suoi versi, che scriveva quasi per gioco quasi per passione, ma nel dubbio voglio proporli qui, perché il miglior modo per mantenere vive le persone è ricordarne le parole. E queste parole sembrano arrivare come vento che si alza all’improvviso e giunge da lontano.

 

Uno sguardo verso il cielo 

 

E' sera d'estate.

Il mio sguardo mi porta a volgere gli occhi verso il cielo.

Una lunga scia di perle -bianche, luccicanti-

si rincorrono tra di loro,

in un'immensa prateria celeste.

Che bellezza sublime, questa grande opera di una mano divina.

Il mio sguardo profondo rimane muto,

ed incantato, fino all'alba,

quando il dolce cinguettio degli uccelli

mi riporta alla mente:

tutto questo si chiama realtà quotidiana.

 

E appare tuttora strano il destino, ed incredulo a chi ne osserva gli inattesi movimenti: un attimo prima si vive, quello dopo non più. Tutti noi conserviamo dentro le immagini più belle delle persone che non ci sono più: il sorriso del signor Giuseppe sembra ancora sorridere, questa volta in modo ancor più dolce, voltandosi di schiena.

E ancora la vostra voce sembra dire: «Antonella, dammi del tu». E ancora oggi in quest’ultimo addio, ma d’ora in poi primo ricordo, sembro dire: «Con la stima che vi porto, non vi dimenticheremo. Brillate in cielo».

Voltaire scriveva: “il lavoro allontana da noi tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno”. Ed è proprio di lavoro che si è discusso stamane presso la Sala dei Congressi dell’Istituto Alberghiero “L. De Medici” di Ottaviano, a partire dalle ore 10. Il Convegno, sviluppante la seguente tematica “Il lavoro come diritto alla dignità, occupazione giovanile: i nostri imprenditori ad est del Vesuvio ne parlano”, è stato organizzato dall’Associazione Internazionale Lions Club, rappresentata dal dott. Biagio Sorrentino, presidente del Lions Club Palma Vesuvio Est, e moderato dal giornalista e scrittore, il dott. Luciano Scateni, per tredici anni conduttore del Tg3 Campania.

Immancabili i saluti iniziali del dott. Gennaro Pascale, preside dell’ISIS “L. De Mediciche conta circa 2100 alunni, e le sue considerazioni sulla valorizzazione di un Istituto Superiore che immetta già i giovani nel mondo del lavoro, grazie all’efficiente binomio richiesta lavorativa – occupazione.

Eppure le prospettive che si materializzano agli occhi dei giovani, stando alle stime, non sono delle più rosee se si pensa che in Italia un giovane su due è disoccupato e sono più di 50.000 i giovani cervelli che emigrano all’estero, in una sorta di globalizzazione che impoverisce e non glorifica il Paese. Il Prof. Natale Ammaturo, docente di Sociologia all’Università degli Studi di Salerno, ha affermato che la crisi nel mondo del lavoro non è iniziata oggi, e nemmeno ieri: essa è da individuare negli ultimi due secoli di forte industrializzazione occidentale, in cui è andata man mano ad esaurirsi la parte più ricca delle risorse, lasciando, quasi come un contratto di energia a tempo determinato, tutto quanto di non rinnovabile esista. Tutto questo ha pesato sull’Italia in maniera irreversibile, già a partire dagli anni 60’, in quanto la nostra terra non è stata in grado di reggere il passo con le altre nazioni. «Non si parla più di lavoro per indicare lo status sociale di una persona, si parla di precariato. Il lavoro, arrivando in ritardo rispetto ai decenni passati, non è più l’occupazione di una vita, ma una fase della vita.»

Ma il futuro che attende chi si sta avvicinando al mondo del lavoro non è dietro le tristi statistiche che ci scoraggiano. Ai giovani presenti in sala, sono state offerte “testimonianze di fiducia” nei confronti di quel diritto che per molti sembra diventare ormai un’utopia. Da parte dell’Ing. Paolo Scudieri, presidente dell’Adler Group, come da parte del dott. Gennaro Nunziata, commercialista, ha intravisto nella scuola e nell’imprenditoria i due principi cardini per formare gente qualificata, e dunque aperta ad ogni prospettiva di occupazione.

Due imprenditori, Gennaro Fabbrocini e Michele Nappi intravedono nella tecnologia e nella conoscenza della lingua inglese il futuro del lavoro, e in modo particolare, dell’impresa.

Secondo Gennaro Fabbrocini, imprenditore presso l’azienda Boccia Tessitura, all’interno del mondo del lavoro non ci saranno più vincoli di luogo, grazie all’impiego di nuovi impianti informatici inseparabili dal moderno modello aziendale.

L’imprenditore dell’azienda dolciaria Nappi, Michele Nappi, da ragazzino si è trasferito in Inghilterra e lì ha imparato la lingua. «Non a Londra, perché lì ci sono troppi italiani», aveva detto il padre, prima che partisse, per permettere al figlio di apprendere per davvero quella lingua che oggi si sta rivelando universale. L’Azienda Nappi oggi fornisce 87 paesi nel mondo e forse, senza quella diretta conoscenza dell’inglese di uno dei suoi continuatori, le cose non sarebbero andate così.

Il lavoro, dunque, è sacrificio, innanzitutto, e rispetto reciproco.

Sono intervenute le massime istituzioni comunali: i sindaci di Ottaviano, l’avvocato Luca Capasso, e di San Gennaro Vesuviano, il dottor Antonio Russo.

Il convegno è stato chiuso dal dott. Renato Riveccio, vice governatore del Distretto 108 YA.

Lou Reed cantava: “Quando nasci in un piccolo paese c’è solo una cosa che puoi fare: andartene.”

Ma è poi pur sempre giusto ritornare: con una mente nuova e negli occhi un po’ di mondo in più.

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