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Il presepe nella cultura e nella tradizione partenopea rappresenta oltre che il momento di commemorazione della nascita di cristo anche un momento di sana aggregazione e partecipazione familiare intoro ai valori cattolici. Dalle indimenticabili frasi di Eduardo a quella che orami è molto più di una tradizione, il presepe rappresenta un momento di vivida partecipazione alla vita cristiana. Nel segno della tradizione anche quest’anno a Terzigno il presepe, quello vivente,  nel giorno dell’Epifania è tornato a coinvolgere intere famiglie e non solo nella mera passeggiata tra vicoletti e rioni. Questa volta le famiglie- e sono state davvero tante- hanno partecipato con entusiasmo indossando gli abiti d’epoca per rinverdire mestieri e culti di un tempo che poco appartengono al culto cristiano ma tanto rappresentano per quello partenopeo. Allora capita di vedere che tra i raffiguranti ci si ritrova di fronte padre, madre e figli abilmente calati nella parte ad interpretare un ruolo di un personaggio del presepe tanto caro a San Francesco. Le rappresentazioni alla falde del Vesuvio si sono svolte nei rioni che più di tutti si prestano coreograficamente alla rappresentazione. Il rione Caprai (location che purtroppo fece da cornice ad alcune riprese di Gomorra) questa volta stupisce per l’incanto e la minuziosa attenzione posta negli abiti dei partecipanti. Ad organizzare il tutto i residenti della frazione di Boccia al Mauro ai quale va dato merito di essere riusciti ad allestire ben due rappresentazioni sia il 4 che il 6 gennaio. Non da meno è stata la rappresentazione del presepe vivente allestito tra i vicoletti e le stradine del rione Perni. Qui la curiosità dei  tanti visitatori è stata particolarmente stimolata nel vedere chi fossero i volti di alcuni personaggi come ad esempio i Re Magi vestiti di tutto punto e truccati come meglio non si poteva. Eventi che di fondo hanno accumunato fedeli più o meno assidui, nel segno di una tradizione che, a quanto pare, piace a tanti ritrovare e rinverdire in tempi in cui i valori cristiani hanno sempre più difficoltà ad affermarsi in una società molto più avvezza al consumo e poco attenta all’essenziale. Un plauso ai rappresentanti del clero, a chi ha partecipato attivamente ed a chi, semplicemente visitando i rioni ha riscoperto posti e ambienti di una Terzigno che quando vuole sa bene cosa fare. 

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Notte bianca a Terzigno, buona la 'prima'

Martedì, 06 Gennaio 2015 01:05 Scritto da

Notte bianca a Terzigno buona la prima. Volendo dare un taglio cinematografico alla prima edizione della notte bianca questo sarebbe probabilmente il titolo più indicato. Tanti gli attori in scena, da una parte i commercianti e gli imprenditori locali che cercano di dare impulso alla provata economia locale, da un'altra parte una ignava amministrazione locale presenzialista per antonomasia e completamente assente ieri sera nei suoi rappresentanti di spicco ( eppure la campagna elettorale è quasi alle porte), dall'altra i cittadini, quelli che rappresentavano la vera incognita ma che alla fine hanno risposto benissimo, sintomo che questa realtà se sensibilizzata e ben guidata riesce sempre a dare il meglio nonostante le difficoltà.  Neanche la temperatura glaciale, quindi ha fermato temerari ed intirizziti appassionati dello shopping che, una volta, tanto hanno preferito il fondo sconnesso di corso Leonardo Da Vinci alle comode passeggiate al Vulcano Buono. Qui, invece, all'ombra del Vulcano "meno" buono una piccola iniziativa ha saputo portare in strada almeno 2000 persone nell'arco delle 6 ore di manifestazione. Negozi aperti ( con qualche defezione inspiegabile) fino a mezzanotte e tante attrattive, dai gonfiabili per i bambini alle bancarelle con i dolci tipici natalizi, fino agli ospiti di richiamo. Così non appena salgono sul palco gli i protagonisti di Made in Sud la serata, come d'incanto, si riscalda ed intorno ai palchetti sparsi qua e là lungo il chilometro di strada chiusa al traffico, si raggruppano i temerari amanti dello shopping. Mino Abbacuccio strappa risate, mentre il trio di cantanti Sud 58 rubano la scena alle 22:30 ed incantano un pubblico partecipe con un repertorio di canzoni del classico napoletano  mixate e riadattate, e non poteva mancare il tributo a Pino Daniele con una versione dance di "Yes I known my way" che appassiona ed emozione gli astanti. Il pubblico gradisce e si lascia inevitabilmente coinvolgere. Una serata,quindi, pienamente riuscita che in molti auspicano possa ripetersi presto, magari con un pomeriggio domenicale " bianco" proprio per cercare di contrastare l'onda di migranti verso i vicini centri commerciali. Terzigno,  a quanto pare, quando vuole sa stupir se stessa e, ieri sera si è dimostrato che  con poco si può  fare davvero tanto. Una plauso anche alle Forze dell'ordine e alla Protezione Civile per l'organizzazione  del piano di afflusso di auto e cittadini.    

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L'appuntamento con la nona edizione di "Note d'Amore"  è per stasera alle ore 19:30 presso la Chiesa dell'Immacolata Concezione in piazza Troiano Caracciolo a Terzigno, madrina della serata e promotrice dell'iniziativa è la cantante Daniela Picciau che come da tradizione ormai consolidata la domenica prima dell'Epifania si esibisce con il suo repertorio e la sua voce inimitabile. "Questa edizione è dedicata al nostro amato Don Vito Menna scomparso pochi mesi fa- dichiara Daniela- ci tenevo a ricordarlo perchè la sua è stata una figura molto importante sia per la nostra collettività che per tutti i credenti Terzignesi. Ci saranno anche delle gradite sorprese che sveleremo durante la serata." L'invito è quindi per tutti coloro che amano la buona musica e per chi avrà piacere a commemorare l'ex parroco di Terzigno Don Vito Menna.

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E’ proprio vero che l’arte rende immortali.Il 13 novembre 1974 nel borgo parigino di Neuilly sur Seine moriva Vittorio e nasceva il mito De Sica. Nato il 7 luglio 1901 a Sora, un piccolo paesino dell’entroterra laziale, inizia fin da subito ad amare, dapprima il teatro e successivamente il cinema, dove muove i primi passi come attore fino a diventare uno dei registi italiani più amati e premiati di sempre e considerato unanimemente uno dei “padri del Neorealismo italiano” nonché il grande interprete della “commedia all’italiana”. Interprete di ben 158 pellicole e regista di 34 tra lungometraggi e film a episodi, conquista ben 4 premi Oscar ( Sciuscià – 1948, Ladri di biciclette – 1950, Ieri, oggi, domani – 1965, Il giardino dei Finzi-Contini tratto dal romanzo omonimo di Giorgio Bassani nel 1972) diventando il regista più premiato della storia italiana. Con le su pellicole ha ammaliato critica e pubblico per la sua schiettezza, per la profondità e umanità della sua regia e soprattutto per il suo charme, sia come attore che come uomo.

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Ficarra e Picone mandano tutti a quel paese

Domenica, 30 Novembre 2014 22:25 Scritto da

Il nuovo film del duo comico siciliano Ficarra e Picone, non tradisce le aspettative. A tre anni di distanza da “Anche se è amore non si vede” tornano a sbancare il botteghino nella prima settimana di programmazione, incassando 2 milioni e mezzo di euro e battendo il colossal americano “Interstellar”. “Andiamo a quel paese”, nelle sale dal 6 Novembre, e prodotto da Tramp Limited con Medusa Film, scritto, interpretato e diretto da Salvatore Ficarra e Valentino Picone, racconta la storia di due giovani siciliani alle prese con il problema della disoccupazione, rispolverando in chiave ironica, sarcastica e amara l’arte tutta italiana di “arrangiarsi” e di “fare di necessità virtù”. Con una moglie e una figlia piccola, Salvo assieme all’amico di famiglia Valentino, tornano nel paese natio della moglie di Salvo, un piccolo paesino vicino Palermo, di nome Monteforte.