Sulla poesia di Salvatore Violante e su "La ballata del tempo a ritroso"

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Donde viene, da quale storia, l’ultima plaquettela ballata del tempo a ritroso di Salvatore Violante?

È stato detto della poesia di Eliot che essa ci parla in modo realistico, che i suoi uomini in maniche di camicia davvero ci mostrano le cose; e che la poesia dev’essere tale, realistica; ora, Carlino (Sud/I poeti, V, Cosenza 2019, p.  187) dicein una breve introduzione ad alcune poesie di Violante, che “chi scrive parla dalla strada” e Grasso (“Infiniti Mondi” n. 12 (2019) , dice di lui poeta di strada … , nonostante i riferimenti anche illustri) – allora com’è questo essere per strada, che chiamo realismo, di Violante? 

Provo ad abbozzare i caratteri della poesia di Violante, quindi, le sue immagini.

La sua terra, le forme (in Moti e terremoti Torino 1987,  poi riedita; e quindi il vulcano (cfr. A. GiassiI  giri d’angolo di Salvatore Violante, Roma 2014, 13, 27:  “poeta vesuviano…”,  in Gente per strada, 13…), una presenza da cui non si può prescindere, dal momento che chi passa dalle parti dell’autore è immancabilmente colpito da quel versante del Vesuvio, incombente, che nemmeno sembra tanto minaccioso, ma è una fiancata brulla, d’una lava grigio-scura, a pochi metri, scoperta su quel lato della strada…, come farne a meno? Di temerla ma anche innamorarsene, anche vedere l’aspetto vitale di quel terreno? (Pedicini, cit. da Giassi, 77).  Terra mitologica, di antichissima cultura, da questa e dall’altra parte del vulcano, con i riferimenti classici ( Grasso, Infiniti mondi, cit., 222 e Sud/I poeti, , Carlino, cit.,  186,); il riferimento all’umanità che vive, come il poeta, aggrappata alle falde, e anche no  (Moti e terremoti: “e poi sono del Sud…”, cit. in Giassi, 75 e 79; Spagnuolo e Nazzaro; Itinerario di versi diversi, Roma 2013,  8; Gente per strada, 10, …), con l’elemento di forte critica socio-politica (e acquisita presa di consapevolezza, legato alla cultura socialista e comunista (Giassi  7: sembrerebbe quella di stampo rivoluzionario, radicale) italiana ed europea, il fiume planetario, che grida ( Infine, in  Itinerario di versi diversi,  48) che spesso si presenta come una bandiera (anche in La ballata del tempo a ritroso, riferita ai tempi di Isernia, ma diverso …); dunque elemento locale e globale(Grasso, come Carlino,  dice condivisione) e insieme politico e antropologico (Carlino, Sud/I poeti, 186 “senso colorato di mediterraneità/ compito comunitario del poeta… portavoce di una collettività”),; la ulteriore saldatura di tutto alla propria esperienza di vita, il “privato”,   … questi elementi, stando all’inventario, e altri ancora.  

Guardando poi e attraversando da un altro punto di vista, un aspetto della mente poetante, che emerge, e che porterei in primo piano è l’aspetto etico della propria situazione nel mondo. Etica è condurre vita secondo verità; è assunzione di responsabilità nel mondo; denuncia,                     

Un pisciatoio il cielo, …

                                           la discarica fuma …

, in Sud/I poeti, 193 (momento etico, politico, sociale, mitologico; a Sebastiano Vassalli, 189-90) …; La gente del Sud, critica sociale, cit. in Giassi 21  … ma, all’ intersezione tra privato e sociale, 

 

 

                                                   Questo è un tempo desertico

                                                   Le impronte

                                                   S’adunano col vento e si disperdono.

                                                   Questo

                                                   Svuotato,

                                                  È un mondo senz’un’anima

                                                  Rifabbricato a forza di vocaboli. 

 

                                                  Intorno a nulla… , cit. in Giassi 28 ;

 

Tale aspetto, poi, va connesso all’uso che Salvatore Violante fa del linguaggio, un uso molto consapevole, dovuto alla sua estrazione linguisticasaldatura di tutto questo magma che s’è detto  alla propria istruzione e formazione classica (Carlino, Sud/I poeti,186), con forme prosodiche ben definite, pur  provenendo da famiglia di modeste origini; Gente per strada, 9;  R. Urraro in Secondo Tempo dice dell’uso naturale dell’endecasillabo da parte di Violante, recensendo Sulle tracce dell’uomo, e lo cita Giassi, 62 sgg; insieme, Violante cerca di saldare tutto questo humus colto alla tradizione popolare. A volte l’uso del dialetto, (Gente per strada, 11, 55, 61…   (v. anche, p. e., in Giassi, 35, e Itinerario di versi diversi, 43). Se la poesia è una successione di parole che vanno cantate, qui lo è fin nella forma popolare della ballata: v. Mimmo Grasso in Infiniti Mondi, cit., 219. 

La dimensione etica, conduzione di vita secondo verità, non può fare a meno dell’elezione linguistica del poeta; e questo sono i modi per i quali Violante è poeta realista, e che parla della strada, ma diversamente che altri.

Il governo della lingua – dunque, come titolò, genitivo soggettivo oppure oggettivo che sia, Seamus Heaney, comporta privilegio e responsabilità; forse che da questo deriva qualche forma di salvezza? A volte tutti sembriamo crederlo, quando siamo nel fervore dell’impegno e delle occasioni; altre volte siamo vinti dalla vita, dalle sue situazioni, dalla vicissitudine, che ci opprime e schiaccia. Difatti R. Giorgi dice, cit. da Giassi, 62, che non si è ancora, in questi versi, oltre l’uomo, ma nel movimento per superarlo …

Banale, rispondere con il no. L’etica non è salvifica. “Tonalità di silenziosa disfatta”, “lucida amarezza” sono presenti, cita   Giassi, 36, 45… 

Ma, sebbene consueto, più importante e giova forse ripeterlo: cosa dà forza? Solo la consapevolezza del buon lavoro compiuto e riuscito, al momento, qualunque esso sia; del salvato mondo degli affetti, comunque sia, che resta puro (la dedica al figlio di Gente per strada; le poesie come “Amore mio…”, da La Meccanica delle pietre nere, cit. in Giassi, 34, …   ; “Martina” …, cit. in Giassi, 44; e come dire allora che “ho fatto tutto quanto stava in me”.

 

Tra il disastro dell’esistenza, qualunque essa sia, anche la più splendida, e gli spiragli di redenzione: in questa oscillazione a mio parere, (Gente per strada, 28; 34, 35, 36…) si muovono i versi, così caratterizzati, di Salvatore Violante. La ballata del tempo a ritroso (2019) rappresenta un momento di provvisorio equilibrio e compostezza su/tra forze diverse: 

Questo mi torna spesso alla memoria

                Flashback d’un tempo. Torna forse senza

                Che ancora sia compresa la portata.

 

Come a volte avviene per lavori meno recenti:

 

                Sanno d’antico e di fantasmi i pini

                Sulla città sepolta

                E il silenzio respira d’aria fresca e gelsomini.

                Io lì,

                Sorseggio l’aria dei latini.

                Fuori, 

                Le mani in un misero piattino

                                                                                          Un bimbo, a gara, scalzo, ed un micino.      (Dalle campagne…, in Gente per strada, 52)

 

Ultima modifica il Martedì, 10 Marzo 2020 10:17