Non possiamo non menzionare il sodalizio artistico con Cesare Zavattini, con il quale era solito scrivere le sceneggiature dei suoi film, e l’amicizia e fratellanza con gli attori simbolo delle sue pellicole: Sophia Loren (oscar come migliore interprete femminile nel 1960 per La Ciociara) e Marcello Mastroianni, l’affascinante Domenico di Matrimonio all’italiana (1964). Se come regista ha contribuito notevolmente a tracciare uno spaccato di vita italiana, riportando sulla pellicola vizi e virtù dell’italiano medio e descrivendo i cambiamenti che hanno investito il nostro paese all’indomani del dopoguerra, come attore ha dato vita a maschere immortali come lo scanzonato maresciallo della serie “Pane, amore e”. I suoi film risultano ancora, a distanza di anni, attuali e fonte di riflessione sull’Italia di ieri e di oggi.Quello che resta di lui, a 40 anni dalla morte, oltre alle sue “opere”, è la sua proverbiale ed empatica simpatia che riusciva a creare un legame autentico e diretto con lo spettatore; resta inoltre la sua dolcezza e la sua idea “pura” di cinema che coglie in maniera autentica e mai falsata la realtà. Proprio in questi giorni la tv generalista e la pay tv celebra De Sica con una vera e propria maratona delle sue pellicole più belle.