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Trenta scuole del territorio vesuviano e nolano coinvolte, migliaia di studenti e più di venti associazioni ed enti non-profit di tutta la Campania partecipanti e un tema, “Siamo tutti migranti”, che è un invito alla riflessione e all’impegno civile. Prende il via il prossimo 7 aprile e terminerà l’11 la quarta edizione  del Festival dei diritti dei ragazzi, organizzata dall’Ufficio Scuola della Diocesi di Nola, dalla Cooperativa Sociale Irene’95 e dal Comune di Nola, col patrocinio della Regione Campania. Uno spazio/tempo annuale fisso di confronto, riflessione e, soprattutto, di incontro sui diritti dei bambini, dei ragazzi e dei giovani, affinché cresca l’attenzione alla tutela dei loro diritti e al loro protagonismo nella comunità.

L’iniziativa si terrà in piazza Duomo, a Nola, ma nel corso del Festival ci saranno numerosi incontri e convegni in vari luoghi della città bruniana. 

Alle 9,30 di giovedì 7 aprile si terrà la festa di apertura, alla quale parteciperanno gli studenti e i docenti delle scuole coinvolte, gli organizzatori e i rappresentanti dell’amministrazione comunale (il sindaco Geremia Biancardi e l’assessore all’istruzione Cinzia Trinchese):  piazza Duomo diventerà festosa, giocosa, colorata, musicale, per affermare il diritto di tutti i ragazzi a vivere “senza frontiere”. 

Alle 17,30 dello stesso giorno, nell’atrio del palazzo municipale ci sarà il primo incontro del Festival, al quale parteciperanno Virgilio Marone (Direttore Ufficio Scuola Diocesi di Nola),  Paolo Mancuso (Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nola), Elena de Filippo  (Presidente Cooperativa Sociale “Dedalus”), Sergio Serraino (Responsabile Ambulatorio Castelvolturno), Francesco Dandolo  (Responsabile Migrazioni Comunità di Sant’Egidio – Napoli). Modera Fedele Salvatore della Cooperativa Sociale Irene ’95.  Alle 20,30, invece, nel teatro Umberto sarà messo in scena lo spettacolo “Memoria Migrante”, allestito dagli studenti di quattro scuole di Cicciano, Marigliano, Casamarciano e Nola.  Il Festival proseguirà, poi, con altri convegni, spettacoli, concerti, laboratori di studio, eventi sportivi. Venerdì 8 aprile, nel palazzo vescovile di Nola, alle 9, è previsto anche l’intervento, tra gli altri, dell’assessore regionale alle politiche sociali Lucia Fortini.  Lunedì 11 aprile ci sarà l’ormai consueto finale, con la marcia dei diritti dei ragazzi, a partire dalle 9,30 in piazza Duomo: presenti migliaia di giovani e giovanissimi, con la partecipazione del sindaco di Nola Geremia Biancardi, del Procuratore della Repubblica Tribunale di Nola Paolo Mancuso e di  Sua Eccellena Monsignor Beniamino Depalma, Arcivescovo di Nola. Alle 18,30, nell’atrio del palazzo municipale, la festa di chiusura del festival, con esibizioni teatrali e musicali e una mostra fotografica.

 

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Oxi a questa Europa. Dopo la Grecia l'Austria...e poi?

Mercoledì, 08 Luglio 2015 11:05 Scritto da

(di Gianfranco Pipotone) Domenica scorsa, in tarda serata abbiamo avuto la consapevolezza che qualcosa in Europa stava già cambiando, e non solo perché in Grecia si è avuta la bellissima vittoria del NO (OXI) al referendum sulle misure che la troika voleva imporre al popolo ellenico, ma, o forse soprattutto, per la sonora sconfitta della tracotanza teutonica, sintomo di un intollerabile pangermanesimo di ritorno, tristemente noto per la storia di questo continente. Va poi ricordato che il popolo greco oltre ad averci regalato qualcosa che probabilmente nel nostro paese è poco apprezzata, la democrazia, ci ha anche dimostrato ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che non si piega. Non lo ha fatto di fronte all’impero ottomano figurarsi se lo faceva nei confronti di quattro burocrati che governano in Europa chissà grazie a quali alchimie e sotterfugi. Dalle prime dichiarazioni sembrerebbe comunque che la lezione greca non sia servita perché si insiste con riforme, rispetto dei trattati, restituzione del debito, quest’ultimo va benissimo ai creditori così com’è strutturato perché frutta miliardi di interessi annui. Stessa cosa da noi dove politici dell’ultima ora non hanno la capacità di imporsi di fronte a questi signori eletti da nessuno ma che dettano le regole ai cittadini europei. I nostri governanti preferiscono di gran lunga camminare piegati per non infastidire i manovratori di turno, nonostante si celi dietro costoro la vera natura autoritaria. Hanno forse ricevuto disposizioni a non intralciare il cammino di questa brutta Europa che sembra essere stata disegnata in una birreria bavarese? Qualcuno vorrebbe ricordare che la Germania è stata graziata per ben due volte, nel 1953, subito dopo il catastrofico conflitto mondiale, e nel 1990, dopo l’unificazione delle due germanie, non restituendo neppure un centesimo del debito evitando il default? O forse dobbiamo qui aggiungere alla pagina dei ricordi il Sud depredato 154 anni fa per fare ricco un nord che sino ad allora era immerso nella miseria, secondo un parallellismo che vede oggi di nuovo soccombere un Sud, stavolta i paesi dell’Europa meridionale, di fronte all’arroganza di un nord che ha cannibalizzato il potere industriale dei paesi euro-mediterranei ridotti a mercati per i prodotti tedeschi, lasciandoci in eredità le scorie della loro opulenza? Non è un caso che dall’ingresso dell’euro si è avuto un crollo dell’occupazione giovanile, lo smantellamento sistemico del welfare, l’innalzamento dell’età pensionabile per potere sfruttare i lavoratori sino alla soglia della morte, l’apertura a dismisura della forbice economica tra le poche famiglie che contano e la massa dei cittadini europei, la lacerazione netta di ogni speranza legata al futuro, l’aggressività montante di alcuni paesi con in testa la solita Germania, e l’elenco potrebbe continuare. Se è questa l’Europa che dobbiamo consegnare ai nostri figli è bene lasciar perdere, cominciando a lottare per una comunità che inizi dai paesi che si affacciano sul Mediterraneo, simili tra loro e capaci di porre in essere i primi passi per un insieme giusto, solidale, equo. Per tale ragione invitiamo i cittadini a rimanere vigili soprattutto nei confronti dei nostri politici e pronti a punirli con il voto in qualunque momento se ne presenti l’opportunità e con gli strumenti previsti dalla nostra Costituzione, referendum, disegni di legge di iniziativa popolare e petizioni, prima che ne facciano della nostra Magna Charta un cimelio da consegnare agli archivi storici della nostra sempre meno Repubblica democratica.

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Si terrà venerdì 26 giugno, dalle 9 alle 17 nell’Antico refettorio della Casa teatina di San Paolo, in via San Paolo 9d (centro storico di Napoli) la conferenza finale del progetto Dialogue (Determined Immigrants and Locals Organise a Global Unique Entrepreneurship). Si tratta di un progetto europeo di integrazione e sviluppo, partito da Napoli, con l’obiettivo di favorire la nascita di imprese miste, migranti e locali, promuovendo il multicultural business. Cinque le città europee coinvolte:  Napoli, Stoccolma, Bucarest, Bilbao e Parigi. Il progetto ha permesso di realizzare una mappatura dei servizi offerti ai migranti, ma soprattutto ha formato all’intercultura e all’imprenditorialità sociale circa 400 giovani, locali e migranti, grazie a 60 seminari. A conclusione di questo percorso, sono state create oltre 10 imprese sociali. La metodologia del progetto Dialogue è stata basata su una strutturata attività di dialogo aggregazione, co-creazione e incubazione di idee di impresa sociale: tale metodologia trae forza da un approccio multiculturale che vuole esaltare l’Europa della diversità culturale, religiosa, linguistica quale vantaggio competitivo e valore aggiunto per accedere e restare nel mondo del lavoro dell’Unione Europea multiculturali.  

A Napoli, dove il Consorzio Co.Re. ha avuto l’onere di coordinare il progetto finanziato dall’Unione europea, si terrà dunque la conferenza finale. Nel corso dell’incontro verrà tracciato un bilancio dell’esperienza del progetto, con testimonianze dirette e interventi di esperti.   

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Chiudi gli occhi per un attimo, immagina una terra deserta, che puzza di fumo, di morte, di guerra; una terra dove i bambini nascono già grandi e molti muoiono troppo piccoli.  Questa è storia che ci hanno raccontato i volontari dell’Associazione umanitaria Ampio Raggio, il cui Presidente, Dott. Antonio Pio Autorino, è ormai da tanti anni impegnato in attività umanitarie, volte a sostenere con aiuti concreti, i bambini cristiani del Libano.  Antonio Pio, militare  dell’Esercito Italiano, era partito per il Libano nel 2012 e, arrivato lì ha visto con i propri  occhi l’atrocità e l’efferatezza della guerra, i suoi effetti disastrosi, non solo sul territorio ma soprattutto sulle popolazioni, in particolare sui bambini. Molte volte si danno per scontate le piccole cose che abbiamo o i gesti che facciamo, in una quotidianità effimera e fugace come la nostra, ci soffermiamo poco ad ascoltare o anche solo a pensare che possano esistere realtà come queste. A tal ragione, l’Associazione Ampio Raggio, nonostante sia nata da poco, cerca di portare testimonianza e di agire, attraverso progetti umanitari internazionali , per lenire le sofferenze dei più deboli e ha realizzato, per il periodo pasquale, un importante progetto degno di nota.  Progetto “Ponte della solidarietà ITALIA- LIBANO” , è questo il nome scelto dall’Associazione , che ha ricevuto il patrocinio morale della Regione Campania, del Comune di Scafati, del Comune di Boscoreale e CSV NAPOLI,  si è concluso Domenica 5 Aprile 2015, con la consegna di 300 uova pasquali ai piccoli bambini di scuole ed orfanotrofi libanesi. Grazie a questo progetto, i  bambini che sono nati e vivono ogni giorno in territori dilaniati dalla piaga della guerra e da grandi sofferenze, hanno ricevuto un uovo di cioccolato, che ai nostri occhi sembra essere solo un piccolo dono ma che in realtà, per ognuno di loro, è ben altro. Il tutto è stato realizzato grazie al fondamentale supporto dato dall’ Organismo di Cooperazione Civile – Militare e dal  Comm.  Daniele Zomparelli , il quale ha sposato la causa dell’Associazione facendosene promotore.  Il Colonnello dell’ Esercito Italiano Bruno Zamboli, uno dei soci fondatori, da sempre impegnato sia per motivi lavorativi che per motivi etici e morali, in progetti umanitari, volti a sostenere i popoli colpiti dall’ impetuosità della guerra, ha voluto rilasciare una dichiarazione in merito:  “ Per fare volontariato ci deve essere una tendenza personale, si deve sentire di voler aiutare chi è più in difficoltà perché fare beneficenza non è un obbligo ma deve essere un piacere donare a chi ne ha più bisogno” , ed ancora , riguardo l’Associazione “[…] E’ difficile per le associazioni in generale, riuscire ad avere credibilità in ambito internazionale, specie quando intendono agire in teatri di guerra, esse non possono dunque muoversi da sole!  Ampio Raggio cerca di acquisire credibilità soprattutto attraverso la propria trasparenza, realizzando progetti e concretizzando attività che possano essere da supporto alle popolazioni più bisognose”. I volontari ringraziano di cuore, tutti coloro che hanno fatto  una donazione perché anche un piccolo gesto può essere grande.
L’Associazione Ampio Raggio ringrazia , in particolare, il Parroco padre Aldo D’Andria e l’Azione Cattolica di Poggiomarino, per la sensibilità e  la collaborazione dimostrata nel mettere a disposizione i locali parrocchiali. L’ Associazione, ancora,  ringrazia il Comando Operativo di Vertice Interforze, in particolare il Colonnello  Massimo D’Antonio, per aver  seguito le operazioni di logistica e per aver autorizzato l’arrivo delle uova da Pratica di Mare al Libano, con il supporto della Dott.ssa Maria Vittoria Vista e della A.S.A. Susanna Verbeni ,   del Settore J9 ed il Tenente Colonnello Giancarlo Lupo della Sezione JMCC;  il CSVNAPOLI , che ha collaborato in perfetta sinergia con l’Ass. SENZA FRONTIERE, presieduta dal Rag. Ubaldo Florio, per il trasporto delle uova fino a Pratica di Mare.Come ha detto Papa Francesco , c’è un giudizio di Dio e anche un giudizio della storia sulle nostre azioni a cui non si può sfuggire. Non è mai l’uso della violenza che porta alla pace, ed è per questo che nella nostra società, dilaniata dalla guerra vogliamo che scoppi solo la PACE.

(Veronica Bonagura)

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Ancora un rinvio, l’ennesimo che ormai si fa pure fatica a portare il conto. Ancora una volta l’Italia si sveglia con un senso di impotenza, misto ad incredulità. L’India decide nuovamente di non decidere e come in un film già visto (a metà) va in scena l’ennesimo rinvio sulle sorti dei due fucilieri di Marina. Salvatore Girone che ha da poco tagliato il traguardo dei tre anni di detenzione senza un capo di imputazione in India e Massimiliano Latorre, degente in Italia per un ictus che pochi mesi fa lo colpì durante la prigionia in terra indiana. Il Tribunale di New Delhi che dovrebbe esaminare la vicenda dei due marò  ( val la pena ricordare che li vede costretti alla detenzione forzosa in India dal febbraio 2012 senza alcun capo di imputazione), preso atto che il caso è ancora al vaglio della Corte Suprema,  ha citato le parti il 1° luglio – questo si legge in una nota dell’Ansa – la prossima udienza davanti alla Corte Suprema infatti dovrebbe essere fissata tra 3 settimane prima della scadenza del permesso speciale del quale sta beneficando il Maresciallo Massimiliano Latorre. Bisognerà ora vedere quali decisioni assumeranno le autorità italiane…atteso che se la sentiranno di assumere una posizione decisa, ferma, irremovibile e soprattutto di condanna nei confronti della giustizia e del governo indiano che ad oggi hanno costantemente deriso e messo fortemente in discussione la credibilità dell’Italia in ambito internazionale.