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Arriva il nuovo capolavoro di Savi Artesi

Lunedì, 25 Luglio 2016 10:35 Scritto da

 Arriva a Napoli una ventata d’estate con la musica di Savio Artesi. Il cantante Napoletano propone al popolo partenopeo un brano dal titolo “Oj Comme Si tu” che è un mix di culture, suoni e lingue. La direzione artistica e l’arrangiamento di questo singolo è stata affidata al M °Maurizio Bosnia, riuscendo egregiamente a tirar fuori il meglio dalla musicalità Latina non perdendo mai di vista la Napoletanità che tanto sta a cuore all’interprete. Ritmata in chiave Reggaeton e contornata da suoni che sposano bene la causa che s’incrocia a metà strada tra Napoli e Barcellona. tra l’Italia e la Spagna. Infatti, la lingua di “Oj Comme Si tu” è proprio un Napoletano “verace” ed un spagnolo molto sobrio (Autori: S.Viola - C. Cremato). La Regia del videoclip ufficiale (Online su YouTube) è stato curato da Marco Cantone. mentre il brano è scaricabile da tutti i digital store su etichetta Neapolis Records. Non ci resta che lasciarci travolgere dal sound di Oj Comme Si Tu ballandola per tutta l’estate e sarà una hit del panorama musicale Napoletano. Savio Artesi, si conferma quindi sempre più astro nascente della musica pop-partenopea (la sua musica è ben esportata in tutte le regioni d’Italia), personaggio dello show-business musicale che vanta una serie di collaborazioni prestigiose. Sempre in quest’anno infatti ha realizzato il nuovo singolo con la speciale partecipazione dei Mr. Hyde “Perdonami”, brano scritto dal pluripremiato duo: Gigi D’Alessio e Vincenzo D’Agostino, è una ballad romantica che suscita emozioni già dal primo ascolto. Una fusione di suoni pop innovativi, che si mescolano sapientemente alla magica timbrica ed interpretazione naturale di Savio, che non perde di vista un obiettivo importante: “proporre un idea originale musicale, senza oscurare le proprie radici artistiche”. Un mix ben equilibrato di parole (da dedicare come una impeccabile poesia, alla propria amata), che si mescolano ad arrangiamenti che vanno dritti al cuore. “Perdonami” e corredata di uno Video Clip di gran firma.

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Si è spento serenamente nel pomeriggio del 27 giugno uno dei grandi miti del cinema italiano: Bud Spencer.

Con lui non se ne va soltanto un pezzo della storia del genere “Spaghetti western”, non se ne va soltanto un gigante dello sport italiano (primo nuotatore a scendere sotto il minuto nei 100 stile libero) ma se ne va, soprattutto, un pezzo di Napoli.

Sì, Napoli. La città che diede i natali a Carlo Pedersoli (così all’anagrafe) nel lontano 1929 nel rione Santa Lucia, nello stesso palazzo dove viveva il maestro Luciano De Crescenzo, e alla quale rimase sempre legato. In ogni intervista, in ogni dichiarazione resa a mezzo stampa e in ogni parte del mondo in cui andasse, Bud Spencer non ha mai dimenticato le sue radici, le sue origini partenopee che gli diedero quella forza e quell’autenticità che l’hanno reso unico.

In un’intervista rilasciata ad un emittente spagnola qualche tempo fa disse alla giornalista: Stai parlando con un napoletano, non con un italiano mettendo in quell’affermazione tutto l’orgoglio di un’intera terra. 

Inizia la sua carriera nel mondo dello sport - nuoto, pallanuoto, rugby, pugilato, automobilismo, tiro a segno -  ottenendo innumerevoli successi. Vista la mole imponente si cimenta, per puro caso, con il cinema e in breve tempo diviene, insieme all’amico fraterno Terence Hill, l’omone barbuto del genere western anni ’70 facendo ridere intere generazioni con i suoi modi bruschi, i cazzotti, i pugni, gli immancabili fagioli e l’aria scanzonata che lo ha sempre contraddistinto. 

Tra le sue innumerevoli pellicole ricordiamo capolavori come Lo chiamavano Trinità…altrimenti ci arrabbiamoContinuavano a chiamarlo Trinità; ma anche cinema d’autore. E’ stato diretto, infatti, da Dario Argento, Ermanno Olmi e Carlo Lizzani

Negli ultimi anni aveva più volte espresso il proprio rammariconei confronti di certa critica che snobbava i suoi film tanto da non essere stato mai invitato a nessun festival e non aver ricevuto mai nessun riconoscimento da quel cinema al quale si era ritrovato a dedicare gran parte della sua vita.

Ma si sa, è il pubblico a decretare il vero successo di un’artista e se ancora, a distanza di anni, i suoi film ogni volta che vengono messi in onda raggiungono ragguardevoli risultati in termini di ascolti lo si deve alla sua straordinaria capacità di attore nell’aver saputo sempre strappare un sorriso.

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Il Vesuviano è diventato un'opera d'arte

Giovedì, 09 Giugno 2016 08:49 Scritto da

Il 21 giugno 2009 con tanti amici vesuviani partimmo da Terzigno per andare a giocare la prima partita di calcio a L'Aquila città colpita ad Aprile dal terribile terremoto che causò morte e disperazione. Volevamo fare qualcosa per quella povera gente. E ci inventammo una partita di calcio  che da sempre unisce popoli e nazioni. A L'Aquila c'era una sola struttura disponibile per poter disputare una parità, in tutto il territorio comunale infatti, le tendopoli avevano occupato ogni campo di calcio e spazi aperti. Ne reperimmo uno di calcio ad otto grazie ad un terzignese-aquilano di adozione, Nando Zanga. Il campo sintetico era quello del San Vittorino, squadra locale militante in seconda categoria. Giocammo sotto ad un acquazzone con gli occhi lucidi ma con la speranza nel cuore e mentre noi giocavamo a pochi chilometri a L'Aquila si riapriva il centro storico dopo le scosse che ne devastarono la bellezza. La speranza nella speranza. Donammo sorrisi ed un buono di 1500 euro che un altro terzignese (dal cuore grande) ci donò per consentire agli amici aquilani di poter ricomprare palloni e divise di calcio. Regalammo sorrisi, gol e vino, quello del Vesuvio che tanto ci fa inorgoglire. In campo anche l'attuale sindaco di Terzigno Francesco Ranieri e tanti terzignesi come il portiere Polizzi, Barra ed il bomber Menzione per citarne alcuni. Per la cronaca vincemmo 10-2.Tornammo da L'Aquila stanchissimi ma con la consapevolezza di aver fatto qualcosa di importante e nell'intimo ognuno di noi sapeva che quella giornata sarebbe rimasta per sempre dentro ad ognuno di noi. E dopo scrivemmo, come giusto che fosse, quanto avevamo visto e vissuto e percepito in quella terra. Testate nazionali parlarono di noi chiedendosi come era stato possibile organizzare tra macerie e paura una partita di calcio.  Preferimmo rispondere con le azioni e lasciammo il meglio di quella giornata "per noi" scrivendo queste due pagine a quattro mani con il fraterno amico  Diego Macellaro capo spedizione. A distanza di anni quelle pagine ritornano (casualmente) a risplendere di "luce"grazie ad una giovane artista molisana ma ormai vesuviana di adozione, conosciuta tre mesi fa nel luogo in cui l'arte è ancora un baluardo: il museo Emblema. Mi chiese una copia di un giornale locale dove poter lasciare il segno di quella che è la sua specialità, mi capitò questo numero de "il Vesuviano" sottomano che oggi a 7 anni da quella pubblicazione diventa sfondo eterno per un calciatore che vuole continuare a fare gol da Terzigno a L'Aquila, ieri come oggi e spero come potrà essere ancora domani. Il cuore grande dei Vesuviani da stasera è un'opera d'arte grazie all'estro, alla fantasia ed alla genialità ed alla neonata vesuvianità di Sara Petrella...alla quale dico Grazie Assaje Assaje. (Genny Galantuomo)

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L'arte dei pizzaioli napoletani quale bene immateriale da elevare a patrimonio dell'Unesco, sarà questo il tema della puntata di questa sera di Terra Mia la trasmissione in onda su Italiamia sul canale 274. Ospiti in studio saranno l'Istruttore della Nazionale dei pizzaioli nonché campione mondiale Antonio Bencivenga ed il giornalista di Vesuvio live Francesco Pipitone. Durante la puntata andremo alla scoperta delle migliori pizzerie vesuviane che si sono contraddistinte per la peculiarità dei propri prodotti, oltre alla pizza margherita per la quale sarà intervistata la pizzaiola Pina della Pizzeria Margherita di San Giuseppe Vesuviano, sarà possibile apprezzare il panuozzo prodotto dal pizzaiolo Raffaele della Pizz e Core di Poggiomarino ed il mitico diavoletto curato da Giuseppe Pepe della Pizzeria TuttoPepe di Terzigno. La puntata sarà come sempre allietata dalla voce narrante di Mariograzio Balzano e sarà condotta in studio da Genny Galantuomo e Mirella D'Ambrosio

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Il Consorzio di Tutela del Pomodoro San Marzano, i Comuni di Acerra, San Valentino Torio, San Marzano, Sarno, sono i primi enti a mobilitarsi per la campagna #nonuccidiamoilsanmarzano promossa da Coldiretti per sostenere l’allargamento della tutela dop al prodotto fresco e dire “no” alla creazione di un marchio Igp. La Commissione Agricoltura del Comune di Acerra ha predisposto e approvato la delibera che sarà a inizio settimana prossima adottata dal Consiglio Comunale. Tempi brevi per l’adozione anche per i Comuni di Sarno, San Marzano, San Valentino Torio ma tutte le amministrazioni coinvolte stanno accelerando per impegnare la Giunta regionale della Campania, il Ministero per le Politiche Agricole e tutti i Parlamentari Europei italiani a esprimere “contrarietà alla creazione del marchio San Marzano IGP, il cui riconoscimento pregiudicherebbe le ragioni stesse della Denominazione di Origine Protetta che tutela la specificità della materia agricola prima impiegata nella produzione del pomodoro pelato “San Marzano dell’Agro Nocerino Sarnese”. Con la delibera, inoltre, si esprime la necessità di estendere l’ambito di tutela della Denominazione anche al pomodoro fresco prodotto nel territorio dell’Agro Sarnese Nocerino e si chiede che sia garantito il rispetto del Regolamento n.1151 del 2012 che chiarisce “che non sono possibili indicazioni di etichetta che traggano in inganno i consumatori”. La delibera è stata già adottata dal Consorzio di Tutela del Pomodoro San Marzano. “Ringraziamo il Consorzio, gli industriali e le amministrazionicomunali che in queste ore stanno accogliendo l’appello di Coldiretti a tutela di un’eccellenza del territorio – spiega il presidente di Coldiretti Salerno, Vittorio Sangiorgio - questa è una sfida che portiamo avanti per assicurare un futuro alla “comunità” del San Marzano. Ora inizia il percorso con il Ministero per le Politiche Agricole per far capire il valore straordinario – economico e territoriale - che il pomodoro San Marzano ha per la Campania. Siamo determinati a sottrarre una nostra eccellenza dallo scippo tentato dall’UE, grazie ad un’intesa tra tutti gli attori della filiera istituzionale. L’Italia ci è già riuscita scongiurando la liberalizzazione dei nomi dei vitigni fuori dai luoghi di produzione, lo stesso dovrà essere per il pomodoro, altrimenti si rischia una pericolosa banalizzazione di uno delle nostre dop piùprestigiose”.

L’areale di produzione del San Marzano Dop, esteso su 41 Comuni, al momento conta 400 coltivatori certificati. Si tratta di uno dei prodotti più colpiti dal fenomeno dell’Italian sounding all’estero (con il Parmigiano reggiano dop, la mozzarella di bufala dop, il prosciutto di Parma) declinato in “peeled”, “sauce”, “tomato”, prodotti “taroccati” che nulla hanno a che fare con il San Marzano dop.