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Terzigno da sabato circolerà il taxi sociale

Giovedì, 22 Giugno 2017 14:39 Scritto da

Il Comune di Terzigno ha aderito al Progetto di Mobilità Garantita per la concessione in comodato d’uso gratuito di un mezzo a disposizione dei Servizi Sociali del Comune. L’automezzo, una nuova Fiat Punto di colore bianco, sarà utilizzato nell’ambito delle attività svolte dei Servizi Sociali dell’Ente per le persone svantaggiate, per servizi di accompagnamento a sostegno dell’autonomia individuale, oltre che per il trasporto di personale che svolge attività professionale e/o sanitarie alla popolazione interessata di Terzigno. La realizzazione del Progetto Mobilità è gratuita per l’Ente, che dovrà solo sostenere i costi per il carburante, e totalmente gratuito per gli utenti. Ciò reso possibile grazie all’impegno della responsabile dei Servizi Sociali dell’Ente, Luisa Parisi e con la sponsorizzazione di circa dieci aziende del territorio, che, con il loro contributo, lo hanno reso una realtà concreta a disposizione delle persone in difficoltà. Il servizio organizzato dalla società PMG viene finanziato, quindi, dai fondi raccolti con la locazione, da parte di imprese locali, di spazi pubblicitari sulla carrozzeria della nuova auto. Sabato 24 Giugno 2017, alle ore 10 in Piazza Troiano Caracciolo del Sole a Terzigno, avrà luogo la cerimonia di consegna del veicolo. Alla presenza del sindaco, Francesco Ranieri e degli amministratori locali, dei rappresentanti della PMG, degli imprenditori che hanno aderito e del parroco Don Antonio Fasulo, vi sarà la cerimonia con la benedizione dell’auto e la consegna ufficiale del mezzo al Comune di Terzigno. “Un progetto che ci permette di garantire un servizio utile a chi è svantaggiato” commenta il consigliere Serafino Ambrosio, a cui si aggiungono le parole dell’assessore alle Politiche Sociali e Sanitarie, Giuseppe Caputo: “Grazie alla collaborazione tra Amministrazione ed aziende del territorio abbiamo un esempio concreto ed efficace di come ci si può coordinare, in maniera costruttiva, tra pubblico e privato. Doveroso ringraziare le aziende che hanno dato e che daranno il proprio sostegno a quest’iniziativa, poiché al ritorno di immagine si affianca un obiettivo di utilità sociale”. Il sindaco Ranieri condivide queste parole e aggiunge: “In un momento economico così particolare – ha concluso il Primo Cittadino – sono particolarmente soddisfatto e grato a chi ha lavorato a questo progetto, perché così si aggiunge un importante servizio gratuito per Comune e Cittadini”.

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Una settimana tutta dedicata alla bellezza e al make-up. Perché prendersi cura di se stesse e del proprio corpo, nonostante la malattia, aiuta ad affrontare meglio le terapie, accresce l’autostima e agevola il percorso di cura. ACTO onlus - Alleanza contro il Tumore Ovarico, in partnership con Youngblood Mineral Cosmetics e con il supporto di Roche, invita le donne con tumore ovarico, il più insidioso e meno conosciuto dei tumori femminili, a partecipare a Sguardi d’energia, campagna itinerante nei principali centri oncologici nazionali, che offre un programma di make-up personalizzato. Dopo il successo del 2015 che ha visto la partecipazione di oltre 360 pazienti nelle due tappe di Milano, di Roma e di Bari, Napoli ospita il quinto appuntamento della campagna, che si svolgerà dal 1 al 5 febbraio all’interno dell’Istituto Nazionale Tumori - IRCCS “Fondazione G. Pascale”, uno dei centri di eccellenza a livello internazionale nel trattamento di questo tumore. Nel corso della settimana le pazienti potranno prenotare una seduta di make-up della durata di un’ora. «“Sguardi d’energia” arriva a Napoli con un rinnovato entusiasmo dopo gli enormi successi riscossi nel 2015, dove l’intero calendario degli appuntamenti è stato riempito con un ‘tutto esaurito’ da parte delle donne che, devo dire, hanno aderito con una forza, un’allegria e un ottimismo che non ci aspettavamo – afferma Nicoletta Cerana, Presidente di ACTO onlus – i sorrisi che abbiamo visto su quei volti ci hanno commosso e ci hanno convinti a proseguire nella nostra iniziativa. Ci siamo resi conto, nel corso di questa bellissima esperienza, di offrire qualcosa di veramente importante alle pazienti, qualcosa che può aiutarle davvero a migliorare la propria qualità di vita; forse una piccola cosa, un piccolo gesto ma sufficiente a convincere la donna a non dimenticarsi di se stessa e a non lasciarsi abbattere dalla malattia». L’informazione promossa dalle associazioni è fondamentale per sensibilizzare tutte le donne sulla necessità di conoscere e non sottovalutare i sintomi di questa neoplasia silenziosa, e di sottoporsi a visite ginecologiche periodiche. «Purtroppo i sintomi quando compaiono sono generalmente il segno di una malattia già avanzata – dichiara Stefano Greggi, Direttore di Oncologia Ginecologica all’Istituto Nazionale Tumori - IRCCS “Fondazione G. Pascale” di Napoli – inoltre, si tratta di sintomi assai poco specifici: distensione addominale, disturbi digestivi, dolori addominali diffusi. Il consiglio è quello di sottoporsi periodicamente a visita dal ginecologo, in grado di diagnosticare una massa ovarica, e di non sottovalutare i sintomi che abbiamo descritto». Tuttavia dal punto di vista della terapia del tumore ovarico, negli ultimi anni sono stati fatti grandi passi avanti. Si punta ora alla cronicizzazione della malattia, grazie all’avvento delle terapie anti-angiogeniche che impediscono al tumore di crescere e diffondersi, bloccando la neoformazione di vasi sanguigni che nutrono il tumore. «Subito dopo la chirurgia, la paziente viene sottoposta a chemioterapia di prima linea con taxolo o carboplatino. Negli ultimi anni nell’armamentario del ginecologo oncologo e dell’oncologo medico – afferma Sandro Pignata, Direttore della S.C. di Oncologia Medica Uro-Ginecologica dell’Istituto Nazionale Tumori - IRCCS “Fondazione G. Pascale” di Napoli – si è aggiunto un farmaco biologico, un anti-angiogenico, il bevacizumab, che può essere combinato con la chemioterapia. Questa associazione ha determinato un miglioramento della curabilità del tumore ovarico senza per questo alterare la qualità di vita delle pazienti». Il tumore ovarico ha un impatto molto forte sulla vita della donna che necessita di un intervento di sostegno importante. «Il cancro ovarico si accanisce particolarmente con la donna – sottolinea Francesco De Falco, Dirigente medico Psichiatria, Responsabile della S.S.D. di Psicologia all’Istituto Nazionale Tumori - IRCCS “Fondazione G. Pascale” di Napoli – i danni sia oggettivi che simbolici sono una profonda ferita al femminino. L’impegno deve essere massiccio: della donna, del compagno, dei medici e degli operatori del benessere». Insieme ai progressi terapeutici, infatti, si fa sempre più strada anche la consapevolezza di quanto sia importante offrire alle pazienti un supporto di tipo psicologico attraverso un sostegno che è parte integrante del percorso di cura e che permette alla donna di riappropriarsi di se stessa attraverso tanti piccoli gesti di vita quotidiana. «Il sostegno psicologico è a mio avviso non solo essenziale ma fondamentale – afferma Daniela Barberio, Dirigente psicologo della SSD Psicologia all’Istituto Nazionale Tumori - IRCCS “Fondazione G. Pascale” di Napoli – nel nostro centro offriamo da oltre venti anni un servizio di psiconcologia ai pazienti con una serie di attività a supporto, che nel tempo sono state potenziate. Sensibilizzare le donne a chiedere un sostegno psicologico significa anche individuare insieme i bisogni e le risorse necessarie al fine di migliorare la gestione della malattia in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue fasi». Roche sostiene con grande entusiasmo il progetto itinerante “Sguardi d’energia”. «Roche è orgogliosa di sostenere questa campagna promossa da ACTO onlus, convinti che una corretta informazione e una maggiore sensibilizzazione siano la prima vera arma per riconoscere per tempo anche i tumori più silenti e sconfiggerli» dice Maurizio de Cicco, Amministratore Delegato di Roche S.p.A.. «Grazie al nostro costante impegno in Ricerca & Sviluppo, abbiamo potuto contribuire a riscrivere i manuali di medicina soprattutto nel campo dei tumori femminili. Dopo le rivoluzionarie innovazioni terapeutiche per il trattamento del tumore al seno, che hanno salvato la vita di milioni di donne nel mondo, sentiamo la responsabilità di continuare il nostro impegno a fianco delle pazienti, in particolare nella lotta contro patologie, come il carcinoma ovarico, per le quali per anni non si sono registrate novità terapeutiche rilevanti». Youngblood Mineral Cosmetics, partner d’eccezione di ACTO onlus, condivide gli obiettivi di questo progetto. «Pauline Youngblood, infatti, ha fondato il brand quasi 20 anni fa partendo dalla volontà di concedere a tutte le donne, soprattutto a chi aveva subito traumi causati da trattamenti invasivi, di sentirsi belle e di farlo in maniera sana, con ingredienti minerali naturali di altissima qualità – sottolinea Ariane d’Andiran, Managing Partner dell’agenzia di Marketing & Comunicazione Youngblood Mineral Cosmetics Italia – siamo grati ad ACTO onlus per questa bellissima opportunità e felici per tutti i sorrisi che i nostri make-up artist vedranno nascere sui visi delle tante donne che saranno coinvolte in questa iniziativa». Proseguendo il percorso iniziato nel 2015, la campagna Sguardi d’energia nel 2016 sarà ospitata all’interno dei maggiori Centri oncologici specializzati nella diagnosi e cura del tumore ovarico.
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Pubblicato ieri, 15 Maggio, l’Avviso Pubblico del Comune che spiega come richiedere i voucher farmaceutici finanziati dall’Ente che gestisce le farmacie comunali, il C.I.S.S. (Consorzio Intercomunale per i Servizi Socio Sanitari). Infatti i buoni (del valore di € 10,00 cadauno) che servono solo per l’acquisto dei farmaci che rientrano nella fascia non mutuabile (prodotti parafarmaceutici, alimentari e farmaci di automedicazione), potranno essere spesi solo nella Farmacia comunale di Terzigno. Possono fare domanda i singoli oppure i nuclei familiari che sono in possesso dei requisiti previsti dal Bando. Compilando l’apposita modulistica, allegata all’avviso per l’assegnazione dei voucher (per un massimo di 150 Euro a famiglia), verrà stilata una graduatoria sulla base di predeterminati punteggi inerenti alla situazione familiare, patrimoniale e dello stato d’invalidità. Tutti i buoni saranno distribuiti seguendo l’ordine della graduatoria, sino all’esaurimento dello stanziamento a disposizione. Il modulo per la domanda, disponibile presso il Comune di Terzigno - Area Affari Sociali, oppure scaricabile dal sito www.comunediterzigno.gov.it, a cui dovrà essere allegata la documentazione prevista, potrà essere consegnata entro il 30 Giugno 2017 al Protocollo Generale dell’Ente dalle ore 9.00 alle ore 12.00. “Come scritto nel Bando – spiega l’assessore alle Politiche Sociali e Sanitarie, Giuseppe Caputo - sono pronti, per essere distribuiti, ben 800 voucher farmaceutici con l’obiettivo di venire incontro alle esigenze dei nuclei familiari che vivono in condizioni di particolare disagio sociale e sanitario. Abbiamo deciso di utilizzare tutti i fondi disponibili dal Consorzio per questa iniziativa, auspicando di riuscire a soddisfare tutte le domande di sostegno”. A queste parole si aggiungono quelle del consigliere comunale, Serafino Ambrosio: “I voucher saranno assegnati con una graduatoria trasparente, regolata da precisi parametri reddituali. Lavoriamo alacremente per dare ai cittadini risposte concrete. L’attenzione costante alle istanze provenienti dagli strati meno abbienti della Comunità terzignese – conclude Ambrosio – sono una prerogativa di questa Amministrazione”.
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La Federazione nazionale lavoratori -Comparto tutela dell'ammalato -con il suo leader Giuseppe Alviti e la coordinatrice nazionale Sara Ortega de luna viste le condizioni al limite del decente per un ospedale cittadino ,quale quello dell'Ascalesi, che deve garantire la salute degli infermi ha chiesto ad Horas al Governatore De Luca di visionare di persona la struttura onde garantire gli afferenti e i malati che ivi soggiornano. Non sono escluse in caso di innoservanza all'invito manifestazioni di sensibilizzazione attraverso Sit in e assemblee con volantinaggio e megafono.

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Fare luce su tumori rari come i tumori neuroendocrini e dare un supporto ai pazienti, creando occasioni d’informazione e comunicazione tra di loro e con i medici: con questi obiettivi arriva a Napoli “Connettiamoci - Insieme per la cura”, campagna d’informazione promossa dalle Associazioni Pazienti, e sostenuta da Novartis Oncology, che toccherà numerose città italiane. Sabato 18 giugno, presso l’Hotel Montespina, nella Strada Provinciale S. Gennaro 2 a Napoli, l’Associazione Pazienti A.I.NET, gli specialisti del Centro di Oncologia Medica dell’Università Federico II e altre figure professionali del Centro si confronteranno con i pazienti ed i loro familiari in merito alla gestione ottimale di una malattia rara come i tumori neuroendocrini, famiglia di neoplasie che richiedono un approccio multidisciplinare. I tumori neuroendocrini (NET), un gruppo eterogeneo di tumori rari che ogni anno colpiscono circa 3.000 persone in Italia, attaccano le cellule del sistema neuroendocrino, specializzate nella produzione di ormoni e di neuropeptidi specifici. Le cellule da cui originano questi tumori sono presenti in numerosi organi e queste neoplasie possono quindi svilupparsi in qualsiasi distretto del nostro organismo anche se la maggioranza dei NET (circa il 60-70%) si presenta a livello del tratto gastro-entero-pancreatico. «Il Centro di eccellenza interospedaliero ENETS NET Napoli riunisce l’Unità del Federico II e degli altri tre Centri che fanno capo ai tre maggiori ospedali collinari napoletani (Istituto dei Tumori Pascale, Cardarelli e Azienda dei Colli): all’interno è presente un team di specialisti interamente dedicati alla diagnosi e alla cura dei pazienti con tumori neuroendocrini che segue al momento una media di 600 pazienti» dichiara Annamaria Colao, Professore Ordinario di Endocrinologia all’Università Federico II di Napoli. «Siamo convinti dell’importanza che riveste la sinergia tra mondo della medicina, della ricerca e le Associazioni pazienti, i soli a sapere quello di cui hanno veramente bisogno i malati e le famiglie. Solo dall’unione delle forze “competenze e bisogni” potremo davvero effettuare la rivoluzione in sanità». Nell’80% dei casi i NET non danno inizialmente sintomi e questi, quando presenti, sono aspecifici e non vengono subito riconosciuti: possono quindi rimanere a lungo silenti e il tumore viene spesso riscontrato quando è già nella fase metastatica, magari in corso di altri accertamenti medici. La diagnosi dei NET è quindi ostacolata dalla scarsa diffusione e dalla prevalente asintomaticità di questi tumori: per via della loro complessità, i tumori neuroendocrini rendono necessaria una conoscenza specifica e approfondita, esatte procedure nel percorso diagnostico-terapeutico e un approccio multidisciplinare che coinvolga più specialisti. Le strategie terapeutiche attualmente disponibili possono assicurare al paziente una buona sopravvivenza e qualità di vita, soprattutto se il tumore neuroendocrino è diagnosticato per tempo e se viene instaurata la terapia corretta. Oltre alla lenta evoluzione spontanea di molti NET, la prognosi dipende anche dalla risposta ai trattamenti. La prima opzione terapeutica è la Chirurgia, che in alcuni casi può essere risolutiva. L’altra è rappresentata dalla terapia farmacologica: il trattamento di scelta sono gli analoghi della somatostatina, che nelle forme ben differenziate, caratterizzate da una bassa attività proliferativa, offrono un vantaggio significativo di sopravvivenza, mentre nelle forme più aggressive si usano anche i trattamenti chemioterapici. Nuova frontiera nel trattamento farmacologico dei NET sono però i farmaci a bersaglio molecolare, in grado di migliorare la sopravvivenza nei pazienti con NET di origine pancreatica: in particolare, everolimus, raccomandato dalle Linee Guida internazionali per il trattamento dei tumori neuroendocrini di origine pancreatica in stadio avanzato, è l’unico farmaco indicato e rimborsato in Italia per la terapia dei pazienti con pNET (tumori neuroendocrini pancreatici). «Per trattare patologie rare e complesse come i tumori neuroendocrini è necessario lavorare con un team multidisciplinare, costituito da diverse figure che si dedicano al paziente, discutono i singoli casi e fanno scelte condivise sulle diverse opzioni terapeutiche oggi disponibili, che attualmente si sono ampliate. In tale contesto la figura del clinico si è evoluta negli ultimi anni, in particolare l’oncologo è parte integrante, insieme all’endocrinologo, di questa multidisciplinarietà che include altri specialisti come i chirurghi, gli anatomo-patologi, i medici nucleari e i radiologi», afferma la professoressa Colao. Anche alla luce delle nuove terapie disponibili, quindi, la condivisione delle informazioni tra medici, pazienti e familiari è fondamentale: la consapevolezza di essere affetti da un tumore “raro” offre ai pazienti modo di afferire a Centri di riferimento dove, grazie anche all’esperienza dei clinici e alla costante ricerca, si lavora per migliorare le terapie e il supporto umano e psicologico del paziente. «La partecipazione agli incontri “Connettiamoci - Insieme per la cura” – dichiara Adele Santini, Presidente di A.I.NET – è un importante risultato raggiunto dalla nostra Associazione, impegnata dal 2001, anno della sua nascita, sui fronti diversi ma correlati del sostegno alla ricerca scientifica, dell’assistenza ai malati e dell’impegno nella divulgazione. L’associazione ha sede legale in Umbria a Montefalco, ma opera su rete nazionale grazie alla creazione di sezioni regionali che diventano punto di riferimento per i pazienti delle rispettive zone d’Italia. La sezione della Campania-Calabria è nata nel 2012 proprio con l’organizzazione di un convegno divulgativo che replichiamo il 18 giugno, grazie alla collaborazione con Novartis, realizzando un nuovo momento di importante incontro e confronto tra medici specialisti e pazienti». Dalla conoscenza, quindi, si deve passare all’azione e soprattutto alla partecipazione: la scarsa informazione e la rarità di punti di riferimento specializzati, al pari della difficoltà a trovare persone con cui condividere la stessa esperienza, rendono infatti più arduo il percorso terapeutico.