Lunedì 20 Maggio 2013 00:00    Stampa
Il Grande Gatsby
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Rubrica - Cinema...ndo

Il film presentato in anteprima in Europa al festival di Cannes e giunto nelle nostre sale il 16 Maggio, ha finalmente consegnato agli spettatori un prodotto sicuramente molto atteso da parte sia dei cultori dello scrittore Scott Fitzgerald (autore del libro cui il film si ispira) che tra i numerosi cinefili italiani. Sfruttando l’ultimo giorno utile della Festa del Cinema (prezzi ridotti per una settimana), questi ultimi hanno riempito speranzosi le sale d’Italia nell’attesa di assaporare un frutto desiderato, delicato e attraente quale il Grande Gatsby.

L’opera del regista Baz Luhrmann (autore peraltro di Australia e di Moulin Rouge) però, deve suo malgrado fare i conti con un soggetto letterario impeccabile, delizioso, provvisto di una magia speciale, di una finezza descrittiva e di personaggi indimenticabili che, alla resa filmica perdono un po’ di quell’inusitata aura di perfezione narrativa. Alle prese con una rivisitazione quasi moderna (le musiche rap di Jay-z stonano un pò con le musiche charleston d’antan) dei fragorosi, pirotecnici e ruggenti anni venti; il Baz regista si perde un po’ nel narcisismo filmico, accecando quasi lo spettatore con una costante ricerca dell’immagine sfarzosa, abbondante quasi barocca nella pedissequa volontà di imbastire una scenografia mastodontica nonché peculiare di quegli anni opulenti e prosperi (prima della Grande Depressione). Sullo sfondo di tali mirabolanti immagini si consuma una trama nota nella quale il misterioso, affascinante e inquieto Gatsby (Leonardo Di Caprio), con le sue feste stravaganti, il lusso e la mondanità di cui si circonda, non mira ad altro che a riconquistare il cuore della sua bella ex Daisy (Carey Mulligan), lasciata cinque anni prima per aver dovuto assolvere i suoi doveri militari nella Prima Guerra Mondiale. Negli ultimi anni il grande Gatsby non fa altro che pensare a lei ed escogitare modi per riconquistarla, specie dopo aver saputo che la bella Daisy ha sposato un ricco ereditiere Tom Buchanan (Joel Edgerton), e grazie ad un suo “vecchio” amico Nick Carraway (Tobey MacGuire) ricuce i legami con la bella dama. Ma è possibile ricatturare il passato? È possibile andare alla ricerca, parafrasando Sartre, del tempo perduto?  È possibile ripartire da un punto preciso ormai smarrito? Guidato da questa ambizione imperitura e da questa speranza sempiterna il Grande Gatsby muove i fili della sua esistenza perso d’amore per la sua Daisy. Il film poco applaudito a Cannes e accolto quasi con algido disinteresse non merita questo giudizio cosi aspro e snob, specie perché il cast stellare e lo stesso Di Caprio rendono sullo schermo con maestria il film meritevole di essere visto, gustato ed amato nonostante Luhrmann abbia a nostro avviso abbassato un po’ il mirabile livello della recitazione dei suoi personaggi con l’ossessiva ricerca dell’effetto visivo dissuadendo e quasi distraendo lo spettatore dalla trama, preso com’è a notare i formalismi tecnici e gli eccessi visivi delle immagini 3d del regista australiano. Tutto sommato un buon film che sarebbe sicuramente piaciuto al vecchio caro maestro americano Fitzgerald per averci rivisto in maniera quasi del tutto reale le atmosfere e gli ambienti dei suoi rampanti anni venti.

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