Venerdì 12 Ottobre 2012 13:55    Stampa
7 ottobre del '43. Eccidio di Bellona
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Rubrica - I Ritorni
Com’è difficile immedesimarsi nelle cose che non si sono viste. Noi che siamo umani e già a fatica riusciamo a capire e ad immedesimarci nei nostri dolori e nelle nostre felicità. A stento riusciamo a capirli, è rara l’assoluta consapevolezza di un giorno vuoto di presenze e di un altro ricolmo di assenze. Solo il passato comprendiamo, e a volte nemmeno.
Eravamo nel casertano, nel comune di Bellona ed era il lontano ottobre 1943.
Tutto finì ed iniziò da una bomba a mano lanciata da un giovane bellonese contro un soldato tedesco. I tedeschi violentavano le donne italiane. Qualcuno se ne innamorava. Quella bomba sferrata dalle mani del coraggio, che voleva dire “difendiamo le nostre madri, le nostre donne, le nostre figlie, le nostre sorelle …  difendiamo la nostra forza e la nostra dignità”, non piacque affatto ai soldati tedeschi. Vennero immediatamente prelevati 54 uomini destinati ai lavori forzati, ma fucilati poco fuori dall’abitato in una cava di tufo. 54 uomini con tante vite e tante famiglie salutate come chi sa in cuor suo che quella non è l’ultima volta. Oppure come chi sa in cuor suo che quella non è che l’ultima volta.
Si percepisce l’odore degli ultimi saluti? Che prezzo ha l’ultimo sguardo e quanto dura?
Fu una strage per chi se ne andò lasciando urla e sangue  e per chi rimase tessendo lacrime amare e impossibile rassegnazione. Come sempre. Eravamo, ma noi non c’eravamo nei tempi in cui la sventura era dietro l’angolo e adesso sembra cadere dal cielo e nascere dalla terra disseccata di speranze. Non con meno violenza.
Quanto c’è di vero in ogni singolo racconto, dal più grande al più breve. Quanto?
Io credo che la Storia e le storie esatte siano conoscenza solo di coloro che le attraversano ad occhi aperti e mani sbarrate. A noi superstiti dei ricordi di qualcun altro, rimane una finta verità. Una verità adattata, rimescolata, confusa e sottratta di presente.
La verità fa un mestiere strano: è onesta quando è "dipendente" da noi, è ladra quando è nostra "padrona".
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