Sabato 10 Maggio 2014 13:11    Stampa
L’arte di essere grandi
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Rubrica - I Ritorni

Eccoci qua. Cambiano gli anni, mai i giorni. Un venerdì come tanti, un calendario che cancella altri giorni. I nostri giorni, come quelli degli altri, passano e nessuno riesce ad afferrarli. Afferrare il tempo: ancor più difficile è fermarlo, il tempo. Come si fa?

Ritornare indietro ogni volta costa fatica, bellezza, paura. Ritornare indietro-il più delle volte- serve a comprendere tutto quello che,con l’inesperienza degli anni in meno,non si capiva. Accettare il passato e accettare di ritornarvi un po’ ogni giorno, un po’ ad ogni musica, un po’ ad ogni persona che ci sfiora, vuol dire essere in grado di creare altro futuro.

Il 9 maggio 1921 Luigi Pirandello rappresentava per la prima volta il dramma Sei personaggi in cerca d’Autore. In un teatro nel teatro calò il silenzio sulla desolazione dell’uomo: divenne comune quell’assurda sensazione di essere sempre allaricerca di una maschera per coprire il volto. Per quell’illusione da creare… davanti ai propri occhi e davanti a quelli degli altri. Perché è vero, amici: quante poche volte nella vita siamo realmente noi stessi. Ci sono le persone giuste, quelle che è raro per tutti incontrare, che tirano da noi il meglio, la parte più autentica. Una vita per mascherarci e un minuto per svelarci e svelare chi siamo veramente.

Il 9 maggio 1978 venivano ritrovati i corpi di Aldo Moro e di Peppino Impastato. Entrambi furono uccisi dalla criminalità che genera terrore per nascondere a sé il proprio terrore di vivere. Entrambi hanno pagato a duro prezzo l’immortalità delle proprie idee. Solo quelle giuste hanno vita infinita, tutto il resto è fuoco spento, cenere nera.

Il 9 maggio1994 Nelson Mandela diventava il primo presidente nero del Sudafrica. Vinse la sua battaglia individuale e universale contro l’apartheide,tutto quanto raggiunse, fu la dimostrazione di quanto disse: “Non c’è nessuna via facile per la libertà.” La libertà vera. La libertà di essere nella vita e non solo passare per essa.

Chi ha guardato oltre quello che la maggior parte di noi è in grado di guardare, lì dove c’è quello che resta e non solo quello che appare, ha lasciato l’impronta su questa Terra. Chi ha guardato senza avere bisogno di occhi avrà sempre un posto nei ricordi nostri, nei ricordi del mondo, di Dio e della vita. Perché ognuno di loro riderà oggi, dal cielo, per essere ancora vivo, vivo più che mai tra di noi.

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