Sabato 16 Novembre 2013 00:44    Stampa
Nuovo allarme dalla Rete dei Comitati e Zero Waste Italy
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Attualità - Attualità

La Rete dei Comitati vesuviani/Zero Waste Italy da anni impegnata a tutti i livelli per denunciare lo scempio della gestione del ciclo dei rifiuti in Campania con particolare riferimento all’Area vesuviana e al suo carico di rifiuti tossico nocivi sversati illegalmente nell’ area protetta del Parco nazionale del Vesuvio e nelle sue aree contigue, rilancia con forza l’allarme sullo stato di grave pericolo che pende sull’intera popolazione e sull’indotto economico produttivo del territorio per il carico inquinante prodotto alle matrici ambientali da sversamenti illegali e criminosi degli ultimi 30 anni.

Tale condizione a rischia compromettere la biodiversità, la qualità della produzione agricola di pregio e la stessa salute dei suoi abitanti. Lo stato di contaminazione tossico-nociva  in cui versa in particolare l’area Pozzelle desta profonda preoccupazione alla luce di quanto si evince dalla relazione annuale dell’Arpa Campania sulla procedura di messa in sicurezza della discarica Pozzelle 3 (ex cava Sari) e dello stato d’inquinamento della falda freatica sottoposta all’area in questione. Relazione annuale dell’Arpa Campania comunicata all’Assessorato regionale ed al Comune di Terzigno da giugno u.s. e mai pubblicato all’Albo del Comune a disposizione dei cittadini, in barba ad ogni norma sulla trasparenza e sull’accesso alle informazioni in materia ambientale e di salute sancito dalla Convenzione di Arhus. Solo a seguito dell’intervento di una cittadina di Terzigno, Maria R. Esposito, che ha richiesto e ottenuto copia della relazione, il sindaco f.f. Pagano ha sentito il dovere di pubblicare l’atto all’Albo comunale da cui si evince quanto controversi e quindi poco affidabili risultano i controlli che il gestore Ecodeco e l’agenzia ispettiva Arpa regionale dovrebbero garantire periodicamente nell’area. Innanzitutto la procedura di messa in sicurezza dell’impianto Sari ancora non a norma e ben lungi dal completamento con la tombatura. E fatto ancora più grave i prelievi in falda effettuato dallo stessa Ecodeco attraverso i piezometri di ispezione (3) che avrebbero rilevato oltre al superamento delle CSC (soglia di contaminazione) in particolare per alluminio e nichel (metalli pericolosi per la salute) addirittura idrocarburi aromatici come tricloroprapano e dibromoetano (agenti carcinogeni)  in concentrazioni tali da rendere l’acqua inutilizzabile per le irrigazioni fin dall’aprile 2012. Risultati allarmanti trasmesse a Provincia di Napoli e ArpaC e poi smentite da controanalisi effettuate successivamente da un laboratorio di riferimento della stessa Ecodeco. Attivata, l’Arpa regionale ha essa stessa effettuato i prelievi negli stessi piezometri confermando la presenza dei metalli pesanti in concentrazioni tossiche ma escludendo, solo a marzo 2013, la presenza degli inquinanti organici. Ci sarebbe da stare tranquilli. Ma non è così. Questo rimbalzo di dati comunicati e smentiti tra il gestore e il suo controllore conferma in toto l’inaffidabilità del delicato monitoraggio del rischio ambientale aggravato dall’insipienza cronica di un’amministrazione comunale, quella di Terzigno, non in grado di sovraintendere ad un proprio compito istituzionale, salvaguardia sanitaria, a tutela della salute collettiva dei suoi concittadini ma, cosa ancora più grave per l’ assenza di trasparenza, a tutela dell’intero territorio, atteso che la falda investe un’area enorme raggiungendo la piana dell’agro sarnese con tutte le conseguenze che comporta la captazioni e l’emungitura della stessa per l’irrigazione dei terreni coltivati. Tra il Sarno pieno di scorie tossiche e la falda inquinata il problema dell’irrigazione rischia di diventare devastante per l’indotto economico dell’intera fascia pedemontana del Vesuvio. Con buona pace dell’amministrazione del Comune di Terzigno che avrebbe dovuto, in collaborazione con i comuni confinanti, attivare controlli terzi in tutti i pozzi censiti e non dell’intera area, al fine di risalire la linea di falda e dare certezza ai dati rilevati. Si chiama prevenzione primaria e sta alla base dei compiti di chi sovraintende la pubblica salute. Ecco perché alla luce di tali avvenimenti come Rete dei Comitati vesuviani/Zero waste Campania presenteremo un esposto, l’ennesimo, alla Procura della Repubblica di Nola e al comparto della Guardia forestale provinciale di Napoli per chiedere l’immediata chiusura in via precauzionale dei pozzi artesiani e dei canali di irrigazione, qualora ancora in esercizio, in attesa delle indispensabili analisi di conferma della presenza o meno di inquinanti nocivi e tossici.

Chiediamo ancora alla Procura di Nola che fine hanno fatto le ispezioni effettuate dal CTU del tribunale al fine di verificare, nel lontano 2011, lo sforamento delle CSC come denunciato dalla Rete dei Comitati vesuviani a seguito della relazione della Provincia di Napoli e dell’Ente Parco nazionale del Vesuvio. Valutando da subito anche un intervento immediato sullo stato di degrado e abbandono in cui versa la discarica Pozzelle 2 posta sotto sequestro perché non a norma dallo stesso Tribunale oltre quindici anni or sono da cui scaturisce, verosimilmente, l’inquinamento del piezometro 2 posto in direzione della stessa atteso il tempo trascorso a far sì che i contaminanti presenti si approfondissero fino alla falda. Stesso discorso per l’area delle “monnezza imballata” (ecoballe), ai margini della ex Sari e sovrastante il piezometro 2, sprovvista da sempre del tappetino di protezione al fondo.

Si invitano, altresì, tutti i Sindaci dei comuni interessati dalla falda in questione a disporre l’immediato censimento dei pozzi autorizzati e ricercare quelli abusivi al fine di poter seguire con buona approssimazione la linea di faglia e poter effettuare le necessarie controanalisi e certificare con buona precisione lo stato di salute delle acque sotterranee. Si invita ad horas Provincia e Regione a verificare lo stato di messa in sicurezza e tombatura della discarica ex Sari e valutare, alla luce delle inadempienze denunciate dall’Arpa regionale mesi or sono, l’eventuale rimozione dell’attuale gestore se recidiva l’inefficienza documentata e il mancato rispetto della normativa prevista. Alla luce di tali risultati si richiama l’Assessorato regionale della Campania a far sì che ogni comunicazione che investa qualsivoglia azione ispettiva, di monitoraggio o di controllo dell’area Pozzelle venga trasmessa a tutti i Comuni confinanti con l’area in questione e all’Ente Parco del Vesuvio al fine di evitare che la mancata comunicazione di una singola amministrazione possa mettere a rischio la tutela del territorio, la salute dei suoi abitanti e l’economia indotta. Infine la Rete si impegna, fin dell’imminente audizione in Commissione ambiente al Senato sulla emergenza sanitaria campana con riferimento al SIN litorale vesuviano, a relazionare sul rischio ambientale dell’area determinato dalla presenza in falda di agenti tossico-nocivi.

Comunicato: Rete dei Comitati vesuviani/Zero Waste Campania 
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