Giovedì 05 Settembre 2013 00:00    Stampa
Imu 2013: prima e seconda casa, chi paga e chi no
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Certo è, ad oggi, che il governo ha eliminato la prima rata dell’Imu 2013, quella che si sarebbe dovuta pagare a metà giugno. E che è stata aumentata la platea dei contribuenti esentati dall’Imu, di quelli che sono stati equiparati ai proprietari di un’abitazione principale. Al trattamento agevolato hanno diritto, salvo eccezioni, i proprietari di un’abitazione non di lusso che abbiano contemporaneamente residenza fiscale e domicilio abituale nell’appartamento.

Ammonta a circa 215 euro il vantaggio che in media i proprietari di abitazione principale trarranno dall’abolizione per il 2013 dell’Imu, un provvedimento sul quale però al momento c’è solo un accordo politico di massima che dovrebbe trasferirsi sul piano normativo con la legge di Stabilità a ottobre, ammesso che a rimanere stabile ci sia prima il quadro politico. La situazione ovviamente cambia da Comune a Comune, da Nord a Suddel Paese. Per abitazioni di lusso si considerano gli immobili di categoria catastale A/1 (abitazioni signorili), A/8 (ville) e A/9 (dimore storiche); i proprietari di queste case hanno già pagato la prima rata di giugno e saranno chiamati, salvo improbabili modifiche nella legge di stabilità, a saldare il conto entro il 16 dicembre. Quando si tratta di abitazione principale però questi appartamenti possono comunque godere delle detrazioni previste dalla normativa Imu: 200 euro per immobile oltre a 50 euro per ogni figlio di età inferiore a 26 anni. Per quanto riguarda le altre esenzioni, sono a favore innanzitutto di una serie di soggetti che non possono essere considerati titolari in senso stretto dell’immobile: si tratta degli assegnatari degli alloggi gestiti dagli istituti autonomi delle case popolari o dagli enti di edilizia residenziale pubblica e degli assegnatari di appartamenti costruiti in cooperativa indivisa. Alle case popolari sono inoltre stati assimilati gli edifici di housing sociale; cioè quegli immobili costruiti da privati e assegnati con le stesse regole in vigore per le case pubbliche. Si è infine ampliato il numero di dipendenti di servizi di pubblica utilità che vengono equiparati ai titolari di abitazione principale anche se non sono domiciliati nell’alloggio che posseggono perché trasferiti per motivi di servizio. Si tratta dei componenti delle Forze armate, della Polizia di stato, ai corpi di polizia di ordinamento civile, dei vigili del Fuoco e del personale della carriera prefettizia. L’agevolazione si può applicare a un solo immobile e alle sue pertinenze purché non siano concessi in locazione. Si tratta di un bonus che però nelle grandi città e nelle località turistiche di maggior pregio sale di molto.

 

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