Scritto da Genny Galantuomo    Domenica 14 Luglio 2013 23:31    Stampa
Festa della Repubblica, l'Italia prenda esempio dalla Francia
Valutazione attuale: / 5
ScarsoOttimo 
Attualità - Attualità

Non sappiamo se il due giugno la televisione pubblica francese ha dato spazio alla festa della repubblica italiana o mai gliene darà. Quello che è certo è che oggi al Tg1 è stato dato ampio spazio all’anniversario della nascita della Francia Nazione. Un servizio di circa tre minuti in cui si parlava dei fasti della festa della repubblica francese che ricade il 14 luglio, giorno  in cui il popolo rivoluzionario francese conquistò la bastiglia (prigione in cui erano detenuti aristocratici e letterati in dissenso con il Re Luigi XIV) . Un atto, quello della presa, militarmente non strategico che ebbe però un enorme valore simbolico. In quel frangente si ricorda che il popolo ribaltò il re di Francia ed il corso della storia prese ben altra direzione. La prima vera forma di democrazia popolare (forse) ha iniziato a muovere i primi passi proprio in quella circostanza. Un evento epocale che i francesi, giustamente, onorano nel migliore dei modi annualmente con la parata militare ai campi Elisi con tante autorità e la presenza per quest’anno anche del presidente delle nazioni unite durante la festa nazionale.

 Motivo d’orgoglio per una nazione in festa. Aerei in volo, mezzi in esposizione  tirati a lucido, uomini e donne dell’Arméé de Terre che marciano affianco al neonato esercito del Mali; paese in cui la Francia recentemente ha impiegato le Forze Armate per contrastare la jihad islamica e per fermare gli orrori di una guerra civile…e ,nonostante i costi di un intervento militare (solitario) in uno stato amico la Francia non rinuncia alla cerimonia ed alla classica parata militare con un piccolo accorgimento: per far fronte alla crisi taglia del 10% i partecipanti. Qualcuno ha mosso obiezioni? Benché nel suo tessuto sociale francese si annoverano tante anime e razze differenti per estrazione e culto nessuno  si è permesso di criticare la scelta del Governo di fare una festa della Repubblica con sfarzo e marzialità.In Italia ,invece, la musica è ben altra.  La festa della Repubblica del 2 giugno inizia con le critiche e con un mese di anticipo; il 2 maggio (subito dopo la festa dei lavoratori) ed ha sempre gli stessi temi di discussione. Quanto costa far sfilare in soldati? Ma perché la facciamo questa festa? Cosa rappresenta? E con quello che risparmiamo potremmo farci un ospedale? E via via tutte le assurdità di questo mondo messe in fila. D’altronde come possiamo essere credibili come nazione se siamo l’unico paese che per ben 25 anni ha accantonato questa festività solenne in nome e per conto di una congiuntura economica del 1977 di cui, solo taluni, ne ricordano gli effetti.  I pochi che invece si oppongono a queste critiche facendo notare che il valore rappresentativo del 2 giugno è ben al di sopra della dialettica politica e dei presunti risparmi di spesa vengono subito etichettati come militaristi neofascisti o simpatizzanti di destra. Se uno è italiano davvero risulta difficile comprende come possa esimersi dal festeggiare il proprio paese ricordando chi si è sacrificato per renderlo libero ed autonomo. O, forse, questo senso unitario noi italiani lo percepiamo solo in occasione delle partite della nazionale? Si potrebbe a questo punto proporre per il prossimo 2 giugno di far sfilare la nazionale di calcio in maglia azzurra ai Fori Imperiali e dietro, magari, tutte e 20 le squadre che partecipano al campionato ( questa resta l’unica manifestazione che accomuna tutti gli italiani nel chiacchiericcio da bar e li appassiona più di ogni altra cosa). Un bel 2 giugno senza armi né soldati. In tribuna tutti i presidenti delle squadre con i rispettivi tifosi ed aspettare… per poi contare alla fine della sfilata quanti sono i vivi, i sopravvissuti ed i feriti. Forse è questa la Festa della Repubblica che gli italioti davvero gradirebbero? Ma ci siamo mai chiesti se la nostra nazione una coscienza nazionale l’ha mai per davvero sviluppata, accresciuta e tramandata di generazione in generazione o l’ha comodamente demandata a chi con sacrificio tutti i giorni serve e preserva l’Italia con onore per poi essere tacciato di militarismo il 2 giugno? Se Massimiliano La Torre e Salvatore Girone fossero stati militari francesi oggi sarebbero stati ai campi Elisi a rendere omaggio al tricolore ed alla Patria? Crediamo di si. Ecco qual’è la differenza tra la bella Italia e l’aristocratica vicina Francia. Da noi tutto si politicizza e si trasforma in motivo di discussione senza che gli interpreti facciano prevalere una “coscienza autentica” da italiani e senza condizionamenti politici. In Francia, invece, si onora, si rispetta  e si festeggia la Patria la Madre Patria. Tutto qui, loro sono francesi e si sentono tali, noi forse quel sentimento di italianità l’abbiamo ancora lasciato nelle parole di Massimo D’Azeglio. “l’Italia forse ed in qualche modo è stata fatta, ma gli italiani invece…” W la France!  

Joomla Templates and Joomla Extensions by ZooTemplate.Com