Giovedì 24 Gennaio 2013 18:00    Stampa
Vermeer: l'Arte Olandese che ha affascinato gli Italiani
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Cultura - Varie

Si è conclusa il 20 gennaio a Roma, la mostra allestita dal 27 settembre alle Scuderie del Quirinale: «Vermeer, il secolo d’oro dell’arte olandese». Una mostra che ha ben pochi precedenti; per la prima volta in Italia e tra le poche al mondo, possiamo vedere esposti insieme otto dipinti del pittore olandese Johannes Vermeer (1632-75). Vermeer è un pittore molto noto e amato, ma di cui molti aspetti sono tuttora sconosciuti come la data di nascita e la formazione artistica; era originario di Delft, città che poteva vantare, nel Seicento, 52 artisti su 25 mila abitanti. Gli otto suoi dipinti erano distribuiti in dieci sale, attorniati da altri quarantanove quadri di artisti coevi. Era possibile ammirare alcuni tra i più bei capolavori del maestro olandese come La stradina, uno dei pochi esterni dipinti da Vermeer, Ragazza con il cappello rosso, Giovane donna seduta al virginale e tra gli altri, anche due rare tele cattoliche: la Santa Prassede, e l’Allegoria della Fede. Erano esposte, inoltre, opere di Carel Fabritius, uno degli artisti più famosi dell'epoca, Pieter de Hooch e Emmanuel de Witte, insieme ad artisti apprezzati all’epoca ma oggi a noi meno noti tra cui Gerard ter Borch, Gerrit Dou, Nicolaes Maes, Gabriël Metsu, Frans van Mieris. Ai visitatori sono state mostrate scene tratte dalla vita quotidiana della ricca borghesia  nordeuropea, scene che nella loro semplice realizzazione rivestono un ruolo quasi sacrale agli occhi dei cittadini olandesi, che in esse si riconoscevano.

Sono dipinti così lontani da quelli che venivano realizzati in quegli stessi anni nel resto dei paesi europei, sono quadri per lo più di piccole dimensioni, in cui si ritrovano degli autentici capolavori di minuzia, ambientati maggiormente negli interni delle case o all’esterno, nei cortili. La poesia con cui si racconta la reale quotidianità è caratterizzata da donne che scrivono lettere, che bevono vino, da musicisti, soldati, cameriere, perfino la visita del dottore ad un’ammalata o un cane che orina in chiesa sono degni di essere rappresentati. I principali compratori di questi quadri erano mercanti di stoffe, di porcellane, falegnami, panettieri ed era un vero orgoglio per loro esporre nel proprio salotto di casa quelle scene in cui venivano ritratte con tanta perizia la seta brillante delle vesti, la raffinatezza dei suppellettili, il meticoloso intarsio degli arredi, di cui, molto spesso, erano loro stessi i produttori.

Una mostra che fin dal giorno dell’inaugurazione ha attirato numerosissimi visitatori, tra cui il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che si intrattenne a lungo ad ammirare i dipinti, lasciandosi guidare da uno dei curatori della mostra, Arthur Wheelock della National Gallery di Washington. Furono presenti all’inaugurazione anche il sindaco di Roma Gianni Alemanno, e gli allora ministri Ornaghi, Fornero, Cancellieri e Severino. Visitatori da record sono stati registrati anche il 7 ottobre, durante la “Notte Bianca”, la mostra fu presa d'assalto da romani e turisti che in migliaia si misero in fila per ammirare gratuitamente le opere del pittore olandese. Alla chiusura del 20 gennaio la mostra romana ha registrato oltre 220.000 visitatori. E’ stata la terza mostra più vista in Italia nel 2012 dopo “Picasso. Capolavori dal Museo Picasso di Parigi”, retrospettiva allestita presso il Palazzo Reale di Milano e la mostra “Van Gogh e il viaggio di Gauguin” al Palazzo Ducale di Genova.

In un momento storico tanto complesso, in cui il dibattito tra intellettuali, addetti ai lavori e cultori d’arte è incentrato sulla ricerca di nuove risorse per la cultura, una mostra che suscita tanto interesse da parte dei cittadini italiani e che ha aperto una finestra a tanti su un particolare movimento artistico conosciuto maggiormente dagli intenditori più colti, non può che essere una spiraglio positivo verso la ripresa di possesso da parte dei cittadini del proprio patrimonio artistico. Cittadini che hanno, così dimostrato, di amare l’arte e saperne apprezzare le migliori testimonianze prodotte anche in territori stranieri.

Evelina Pasquetti

 

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