Mercoledì 08 Maggio 2013 22:39    Stampa
Il sindaco Auricchio condannato a 14 mesi
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Politica - Locale

Oggi, i giudici della Corte d'Appello di Milano hanno confermato la condanna di Silvio Berlusconi, nell'ambito del processo per frode fiscale sui diritti tv Mediaset. Condannato, quindi, il leader del Pdl a quattro anni di reclusione e con pena accessoria di cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. Ieri, la condanna ad un anno e due mesi, con pena accessoria, anche questa di cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per Domenico Auricchio, sindaco di Terzigno e primo non eletto al Senato, nelle file del Pdl.

Auricchio anticipa, quindi, il suo leader pidiellino di qualche ora, nella condanna: per entrambi una uguale pena accessoria di 5 anni di interdizione dalle cariche pubbliche. La vicenda per Auricchio inizia con la nomina di un nipote, figlio del fratello, nel suo ufficio di staff. Una nomina contraria al regolamento del Comune che vieta gli incarichi affidati a parenti fino al quarto grado. Il sindaco nominò direttamente il nipote, affidandogli un incarico a tempo determinato al Comune di Terzigno e fu rinviato a giudizio nel 2010 per il reato di abuso d'ufficio. Anche il nipote fu indagato e successivamente condannato, in seguito ad un patteggiamento della pena. Auricchio invece, martedì sera, ha ricevuto la lettura del dispositivo del giudice del Tribunale di Nola che lo ha condannato a 14 mesi, alla pena accessoria ed al pagamento delle spese di giudizio (N. Reg. 2926/2010). La pena viene ovviamente sospesa perchè inferiore ai due anni ed ora il sindaco dovrà iniziare un nuovo procedimento se ricorrerà in appello.

Resta comunque l'incognita della sospensione anche per la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici. Dovrà, oppure no, lasciare la guida del Comune? La questione, ora estremamente complicata anche dal punto di vista giuridico, finirà nelle mani del Prefetto, il quale dovrà esaminarla anche alla luce delle norme del decreto legislativo anticorruzione 235/2012, voluto dal Governo Monti, che potrebbe essere sfavorevole al sindaco. Sembra, però, che non dovrebbero applicarsi al caso giudiziario del primo cittadino terzignese, in quanto norme successive ai fatti e meno favorevoli al reo. In altre parole, quindi, la pena accessoria dell'interdizione dovrebbe seguire la pena principale nella sospensione, in attesa del secondo grado di giudizio. Ora solo ipotesi, che potrebbero trovare riscontro nella pubblicazione della sentenza.

Non ipotesi, però, ma fatto certo, è che la questione diventa seriamente complicata dal punto di vista politico. La sentenza scatenerà una bufera al Comune e potrebbe agitare ancora di più le acque dell'Amministrazione guidata da Auricchio, già di per sè in burrasca per la nota vicenda del segretario comunale e di numerose altre questioni, motivi di scontro tra maggioranza e opposizione.

 

 

 

 

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