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Anticorruzione, non più candidabili i condannati |
Politica - Nazionale |
Via libera della Camera alle prime due fiducie sugli articoli 10 e 13 del disegno di legge "anticorruzione". Il primo prevede la non candidabilità dei condannati, non potranno più essere eletti quanti hanno ricevuto una condanna definitiva; il secondo introduce i nuovi reati di concussione e "traffico di influenze". Analogamente previsto, per chi ha commesso reati gravi, il divieto di ricoprire cariche nei consorzi, unioni di Comuni, aziende speciali e Comunità montane. Le condanne per la incandidabilità dovranno essere passate in giudicato. Il divieto riguarda reati gravi come quelli di mafia e quelli contro la Pubblica amministrazione. Per gli altri reati le condanne previste sono quelle oltre i tre anni. L'altro provvedimento che ha incassato oggi la fiducia è l'articolo 13 che introduce i nuovi reati di concussione per induzione, traffico illecito di influenze e corruzione per l'esercizio della funzione. Le nuove norme prevedono che il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che abusi della sua funzione o dei suoi poteri, inducendo a dare o a promettere indebitamente allo stesso pubblico ufficiale o ad una terza persona denaro o altra utilità è punito con la reclusione da 3 a 8 anni. Per quel che riguarda il traffico di influenze illecite le nuove norme stabiliscono che chiunque, fuori dai casi di concorso in altri reati, "sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale o con un incaricato di pubblico servizio, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, ovvero per remunerare il pubblico ufficiale o l'incaricato di un pubblico servizio", sia punito con la reclusione da uno a 3 anni". Identica pena è prevista per chi dia o prometta denaro o altri vantaggi di carattere patrimoniale. La pena viene aumentata nel caso in cui chi indebitamente fa dare o promettere denaro o altri vantaggi patrimoniali ha la qualifica di pubblico ufficiale o di incaricato di pubblico servizio. Le pene sono ulteriormente aumentate nel caso in cui i fatti siano commessi in relazione all'esercizio di attività giudiziarie. Antonio Di Pietro durante il suo intervento in Aula rivolgendosi al ministro della Giustizia Paola Severino ha sottolineato: ''Con l'art. 13 lei propone una cosa molto semplice: partendo dal titolo, 'combattere la corruzione', si arriva alla proposta, che è l'eliminazione del reato di concussione per induzione".
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