Il film di Justin Zeckham (sceneggiatore di Non è mai troppo tardi e di One Chance), approdato in Italia un anno dopo la sua controparte americana targata 2013, risulta una commedia elegante e ricercata ma priva di mordente e di una trama incisiva ed appassionante.
Nonostante le ottime premesse e le conseguenti ampie attese da parte del famelico pubblico, il film in questione non riesce con le sue stravaganti e inopportune rivelazioni ad appagare il palato degli spettatori, finendo per sminuire un cast di prim’ordine con accenni italo-americani De Niro, Sarandon e con i premi Oscar Robin Williams e Diane Keaton. Pensata come una pura commedia di intrattenimento che spesso strappa qualche risata, la trama si rivela molto fragile dal punto di vista narrativo con evidenti incongruenze e mirabolanti luoghi comuni conditi da coups de Theatrebanali e sovente prevedibili. In questo film troviamo il sesso, i divorzi, le battutine sarcastiche, le ataviche e intramontabili ideologie religiose, i tradimenti, le bugie in un caotico calderone di incomprensioni e futili equivoci che si concludono nel più classico degli Happy Ending made in Usa dal sapore frustrante e agrodolce. Ciò che viene fuori da un film di tal fatta è il puro e semplice intento goliardico che peraltro viene accolto sempre di buon grado ma, quando la trama tocca determinati argomenti, tutt’altro che superficiali, ci si attenderebbe un qualcosa in più, magari un’analisi più approfondita e oculata con scene ed esiti diversi. Le poche cose positive che abbiamo intravisto permangono la grande maestria degli attori predetti e le immagini dei paesaggi molto suggestivi e curati girati in Connecticut, destando un deciso interesse ed un reale gradimento per l’attenzione e la cura dei particolari scenici. |