Il film del due volte Premio Oscar per la migliore scenografia Robert Stromberg (Avatar e Alice in Wonderland), sebbene sia uscito nelle sale italiane ormai dal 28 Maggio, continua a riscuotere un ottimo successo di pubblico e critica attestandosi nei posti più alti del Box Office con oltre 8 milioni di euro di incassi. Tali attestati di stima da parte del pubblico italiano però non possono che essere la logica conseguenza di un film Disney davvero di straordinaria fattura. Non a caso Maleficent rappresenta, assieme a Frozen dello scorso inverno, uno di quei film che stanno riscattando in maniera vigorosa l’aura mitica della Disney danneggiata da alcuni infruttuosi progetti filmici come The Lone Ranger della scorsa estate. 

Il film in questione, pregno di duplici significati e di dolci speranze, riprende la fiaba della Bella Addormentata nel Bosco di Perrault, già apparsa sul grande schermo nel 1959, rovesciandone in maniera evidente la trama. Maleficent infatti, è un film che decide di dedicarsi alla descrizione di uno dei “villain” più celebri e temuti della cultura fiabesca occidentale, dandoci una versione dei fatti inedita sull’apologo già noto della Bella Addormentata nel Bosco. Malefica, la Signora del Male, impersonata dalla stupenda e straordinaria Angelina Jolie è infatti una bellissima e giovane fata che, dotata di poteri straordinari deve difendere il proprio Regno (quello della Brughiera) da quello confinante degli umani, finché un giorno incontra un bambino di nome Stefano, il quale privo di paura si era imbattuto nel magico ed ovattato mondo della Brughiera. Così, nel corso degli anni l’amicizia fra Malefica e Stefano lasciò il posto ad un amore puro ed adolescenziale interrotto però dalla ceca ambizione di quest’ultimo che, convinto di poter conquistare il trono dello sconfitto Re Enrico vendicandone il suo onore, consegna al Re morente le maestose ali della dolce fata a dimostrazione della avvenuta morte di Malefica.

Con questo gesto Stefano conquistò il regno degli umani e sposò la figlia di Enrico, mentre Malefica tradita, mutilata e sola inizia a covare un pesante rancore nei confronti del nuovo Re, ammorbando finanche il Regno della Brughiera.Alla nascita diAurora, primogenita dei reali, alla sfarzosa festa in onore del nascituro arriva anche l’inattesa Malefica che, accecata dalla rabbia, preconizza la celeberrima maledizione del sonno simile alla morteall’alba dei 16 anni per la giovane principessa. A seguito di tale evento re Stefano affida la propria figlia a tre fatine del Regno della Brughiera affinché la allevassero in tutta sicurezza lontana dal mondo degli umani ma, è qui che Maleficent diviene filologicamente ribelle nei confronti dei capitoli precedenti in quanto non dà seguito ai propri anatemi ed anzi osservando quotidianamente la piccola gioviale principessa diventa una sorta di seconda mamma, piena di affetto e di attenzioni. Così ammirando la giovane Aurora in tutto il suo ingenuo candore Malefica si pente del male che le ha augurato e farà di tutto purché la maledizione non si avveri sulla bella principessa.

Il film, volutamente distante dalla versione originaria, ci consegna una Malefica quasi demitizzata, depurata della sua spaventevole malvagità, scevra da quei tic da cattiva ad ogni costo che ne hanno caratterizzato la propria esistenza fiabesca, in sostanza ciò che passa sullo schermo e fra le maestose immagini un po’ medievali di Stromberg è una versione dei fatti differente, ma allo stesso tempo nuova, benaccetta, intrigante e forse più appropriata ai nostri tempi. La redenzione della fata, divenuta cattiva per la malvagità insulsa dell’uomo, avviene tramite l’amore che prova per il biancore, la freschezza e l’onestà di Aurora e, ci permette oltre che di riabilitare e di apprezzare la figura di Malefica anche di sperare in un futuro nuovo e migliore. In più, agli ammirevoli spunti di riflessione che tale opera suscita, si affianca una magistrale scenografia approntata nei minimi particolari, particolari descritti con minuzia e, ancor più apprezzabili nella versione 3D. Il cast, ancorché scarno presenta una sostanziale concessione alla figura della Malefica/Jolie quasi unica protagonista di un film di comunque ottima fattura.