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Scritto da Antonella Bianco    Lunedì 05 Maggio 2014 00:00    Stampa
La deriva...
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Calcio - Nazionale
Cosa resterà di questa infausta giornata di sport? Cosa resterà nell’immaginario collettivo della finale di Coppa Italia 2014? A queste domande viene da rispondere in maniera cinica e brutale: nulla a parte il becero moralismo e lo stereotipo antinapoletano. Nella giornata successiva ai tristemente noti antefatti dell’Olimpico, per nulla connessi con un evento che sarebbe dovuto essere un’imperdibile occasione di mostrare il meglio del nostro comatoso calcio, i media nazionali ed esteri hanno dato ampio risalto ad una notizia abbastanza tangenziale rispetto ai gravi episodi di violenza orditi ai danni di alcuni tifosi del Napoli, mettendo in risalto la figura del capo ultrà partenopeo “Genny a’ Carogn”.
Infatti il capo rione napoletano è assurto alle cronache di tutto il mondo come il plenipotenziario totale che, con il suo assenso, ha dato il via alla partita di ieri sera nonostante il ferimento di tre tifosi azzurri nelle ore precedenti il match. Titoli come: ”Il Ministro degli Interni è Genny a Carogn” oppure “Lo Stato in trattativa con un ultras...” , eccetera, hanno rivelato ancora una volta, quantunque ve ne fosse l’esigenza, la pessima condizione degli organi di informazione italiana, tutti intenti a spostare l’attenzione dall’ultras romano, peraltro ben noto alla Digos che ha esploso gli esiziali colpi, in direzione del guappo napoletano. Vi pare che un ultras abbia avuto più rilevanza di un questore o di un presidente di Lega? Vi pare normale che l’attenzione di tutti sia stata rivolta ad un ultras (della stessa pasta di molti altri di altre squadre di calcio) con una maglietta vergognosa? Non vi pare che alla fine dei giochi chi sia stato, come si dice da noi, “cornificato e mazziato” sia stato il Popolo azzurro accomunato più che erroneamente a suddetti elementi e messo letteralmente in croce da chi metonimicamente parlando non ci rappresenta minimamente? Non vi pare che si stia esagerando nel veicolare pregiudizi, cliché, stereotipi e disinformazione verso canali tutt’altro che felici? Sia chiaro che ciò che si scrive in questo articolo non vuole assolutamente divenire un’apologia dello pseudo tifo, ma una netta presa di distanza da chi specula sulle tragedie umane (un ragazzo in fin di vita) per gettare fango su di un Popolo, quello napoletano, ampiamente bistrattato negli anni dalla politica e dal resto dello Stivale.
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