Mercoledì 08 Gennaio 2014 00:00 |
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American Hustle. L’apparenza inganna |
Rubrica -
Cinema...ndo
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Partiamo da alcune premesse prima di spingerci a elucubrare pregi e difetti del film in questione, parlando un pò dei genuini ingredienti che sono serviti al pregiato chef David O. Russell (the Fighter ed il Lato Positivo) a deliziare la platea con la sua raffinata pietanza. In primis, la sceneggiatura, scritta da Eric Warren Singer e descritta nel 2010 come miglior trama non ancora prodotta sulla piazza, si pone come la ricetta guida che ispira il sapiente cuoco che, per andare sul sicuro, decide di affidarsi ad un cast eccezionale e già largamente utilizzato nelle sue opere precedenti.
Spulciando un po’ i nomi della locandina infatti, leggiamo tale Bale Christian e Adams Amy (The Fighter), Cooper Bradley, De Niro Robert e Lawrence Jennifer (il Lato Positivo) e già l’acquolina sale per i famelici cinefili che, attratti dal profumino dei trailer messi in circolo, si accomodano nel cenacolo cinematografico in attesa di saziare la propria ingordigia. Pronti via ed il film non delude ed anzi nella prima parte regala sprazzi di gande divertimento e goduria per le pupille gustative degli astanti grazie ad un intreccio molto complesso ma allo stesso tempo interessante. I dettagli del film che, intendiamo ricordarlo si basano su fatti reali accaduti negli Usa post-Vietnam nel 1978, diventano parte fondamentale della pellicola in grado di costruire minuziosamente e con gusto i tempi andati dell’America dello scandalo Abscam. Mentre la maestria attoriale di artisti giovani ma già affermati nel Cinema mondiale, consente al film di guadagnare attimo dopo attimo una verve filmica niente male e, nonostante alcuni ruoli sembrino come doveroso essere preminenti vedi i ruoli di Bale e Adams, i Cooper e i Lawrence del film si sintonizzano bene nel cast e come un mosaico perfetto si incastrano perfettamente nella trama in generale. Inoltre, la competenza e la qualità delle immagini che scorrono sullo schermo nel buio della sala lanciano segnali incontrovertibili in direzione Notte degli Oscar e se, le nomination ai Golden Globe preannunciano qualcosa, il film di Russell si presta a doverose candidature in quel di Hollywood. Insomma un film che seppur abbastanza lungo (129 minuti n.d.r.) non deraglia mai nell’oziosa infingardaggine ed anzi si insedia in un ideale Empireo cinematografico cui di diritto gli spetta un posto di rilievo, in altre parole finché potete correte a vederlo e, amatelo, odiatelo, criticatelo, ma assolutamente non ignoratelo! |