"La Catturandi" arriva la fiction innovativa di Rai Uno
Domenica, 18 Settembre 2016 16:15 Scritto da Paola GentileLa Catturandi – Nel nome del padre è stata presentata come una delle fiction più innovative della stagione di Rai Uno. Nell’annunciarla al pubblico i vertici della tv generalista ci avevano assicurato che ci saremmo trovati dinnanzi ad un prodotto nuovo, mai visto prima, dinamico, lontano dai soliti cliché a cui siamo abituati quando si affronta la dicotomia Stato – Mafia che oppone, iconoclasticamente, i buoni Vs i cattivi; ebbene al momento, La Catturandi, offre scarne novità, copiosi “già visti” ed una psicologia dei personaggi poco stimolante per non dire povera. Ma siamo solo agli inizi direte voi, eppure il buongiorno si vede dal mattino. La fiction racconta il crimine dal punto di vista dei Buoni, ossia dei membri della squadra di Palermo nata nel lontano 1995, artisti della sorveglianza elettronica ed abili a rendersi invisibili, deputati all’arresto dei grandi latitanti ancora a piede libero. Uomini e donne costretti a turni massacranti e a stare ad ore ed ore incollati ad uno monitor per cercare di carpire anche il più piccolo movimento o parola proveniente dai boss e dai loro scagnozzi. Purtroppo però trasferire la realtà nella finzione non sempre è cosa facile, tra scene al rallenty, poliziotti in crisi esistenziale, ausilio di carte topografiche e passati irrisolti La Catturandi strizza l’occhio ad altri prodotti confratelli che vanno da La Narcotici fino a Sotto Copertura passando per il più recente Il Sistema. Fin qui non ci sarebbe nulla di male, qualche similitudine è inevitabile, se non fosse che i tre prodotti sopra citati, peraltro già andati in onda, siamo stati tutti partoriti da Rai Uno. La misteriosa morte del padre della poliziotta Palma Toscano (Anita Caprioli) tormenta la giovane fino a comprometterne la carriera. Durante un’importante operazione la donna viene assalita, infatti, da alcuni flashback riguardanti la sua infanzia che la paralizzano a tal punto da rischiare di morire. Da qui le viene revocato l’incarico di capo della squadra affidato a Valerio Vento alias Massimo Ghini, un poliziotto alla deriva dopo i fatti del G8 di Genova mandato a svernare in Sicilia. Il tema del doppio potrebbe essere una strada percorribile – anche se già trattato – battendo sul sentiero sicuro del “niente è mai come sembra” attraverso un viaggio nella vita e nelle sue contraddizioni dove il tradimento sentimentale ed amicale ci mostra come non ci si possa fidare di nessuno. Tra amori, omicidi, latitanti da consegnare alla giustizia e giovani leve criminali La Catturandi rischia di arenarsi per sei puntate in una palude narrativa a meno che non sappia tirare fuori qualcosa in più e stupire. Ottimo il cast. Colpisce sempre la maestria attoriale di Leo Gullotta.
Roseto Capo Spulico e Trebisacce, scenari mozzafiato e mare da Bandiera Blu
Mercoledì, 03 Agosto 2016 11:27 Scritto da Paola GentileSan Nicola Arcella, meta incantevole per una vacanza unica
Domenica, 24 Luglio 2016 16:38 Scritto da Paola GentileVacanze 2016: Capo Vaticano, il luogo degli Dei
Domenica, 24 Luglio 2016 16:16 Scritto da Paola Gentile«Penso che Capo Vaticano si chiami Vaticano per la stessa ragione per cui un colle di Roma si chiama alla stessa maniera: sacerdoti e indovini vi andavano a scrutare il futuro, basandosi sul volo degli uccelli e altre cose. Duecento metri al largo della punta c'è uno scoglio chiamato Mantineo, e in greco "manteuo" significa comunicare con la volontà divina. Il Capo era un posto sacro, e lo è ancora, nonostante tutto». Il celebre scrittore veneto Giuseppe Berto descriveva così Capo Vaticano, il posto dove aveva scelto di vivere e che indicava come “casa.” Le sue parole coniugano al meglio gli aspetti caratteristici del territorio: mito, storia – numerosi sono gli insediamenti greci e romani, leggenda e paesaggio. Le Grotticelle: tre spiagge, un solo amore Le Grotticelle sono tre spiagge contigue famose in tutto il mondo per la meravigliosa sabbia bianca, il mare cristallino ed i fondali tropicali. Sono state inserite, da una rivista francese, tra le tre spiagge più belle d’Italia e figurano anche nella top 100 delle più belle del mondo. Un luogo ancora incontaminato dove la natura rigogliosa si mescola alla fauna copiosa. I fondali rocciosi – situati nei pressi degli Scogli del Vadano, della Galea e di Mantineo – fanno il paio con quelli sabbiosi. E’ possibile trovare conchiglie tipiche dei mari dei Tropici, ma anche coralli ed abbondanti clipeastri; si tratta infatti di antichi echinidi dalla forma piramidale. Bellezza e leggenda: il Faro Costruito nel 1870 ma, di fatto, attivo da soli quindici anni, il Faro di Capo Vaticano è uno dei luoghi simbolo della città. Si erge sulla punta più alta del promontorio in granito bianco – grigio, quasi a voler dominare l’intera baia e, il percorso che porta fino in cima, è costellato di stradine strette scavate nella roccia che regalano una vista impareggiabile. Da questa altura si possono ammirare, addirittura, le isole Eolie, una su tutte Stromboli, e lo sguardo oltrepassa l’orizzonte spingendosi fino allo stretto di Messina. La leggenda vuole che su uno di questi scogli, e più precisamente se quello Mantineo, la profetessa Manto emettesse il suo vaticinio, predicendo il futuro ai naviganti o scongiurando l’ira dei mostri Scilla e Cariddi (le correnti marine dello stretto). Peculiarità I sedimenti risalenti al Quaternario fanno di Capo Vaticano una tappa obbligata per i paleontologi di tutto il globo. La conformazione del territorio, con valli e profonde incisioni fluviali, consente la formazione di terrazzamenti a gradoni che conducono dritti dritti a strati fossiliferi del Miocene. La Felce Gigante e la Palma Nana impreziosiscono la vegetazione locale. Street food, mangi molto e spendi poco I numerosi localini disseminati nei pressi del lungomare offrono la possibilità, a residenti e turisti, di gustare dell’ottimo cibo, altissima qualità unita alla spensieratezza di mangiare passeggiando in notturna. Un cartoccio di pesce fritto, un panino con cipolla rossa e ‘Nuduja di Spilinga arricchito da un po’ di pecorino del Poro racchiudono in sé tutto il sapore unico della Calabria.
Isola di Dino, Praia e Borgo Fiuzzi: un tris d'assi per le vacanze
Domenica, 17 Luglio 2016 16:39 Scritto da Paola GentileTappa obbligata nel nostro itinerario alla scoperta delle più belle mete vacanziere della Calabria non poteva che essere la maestosa Isola di Dino. Magia, mito, antichità, lotte ed incursioni di pirati si intrecciano e si esplicano in quella che è una delle due isole più grandi della Calabria, situata sulla costa nord-occidentale dell’alto tirreno cosentino, di fronte Praia a Mare. Leggenda, modernità e storia A bordo di una motobarca si giunge in questo luogo dove il tempo pare essersi fermato, tra natura selvaggia, mare cristallino e fondali ricchi di Gorgonie. Ci accorgiamo che siamo nella modernità per via di un gruppo nutrito di villette, bungalow e sei tucul con annessi bar e ristoranti – ideali per consumare un pasto veloce godendo di un panorama da cartolina - costruiti negli anni ’60 quando l’avvocato Gianni Agnelli acquistò l’isola per una cifra di 50 milioni di lire, nel tentativo di rilanciarla. Il profumo del mirto inebria e stuzzica i sensi in un territorio che si estende per 50 ettari e che deve, con ogni probabilità, il suo toponimo alla presenza di un antico tempio (aedine) dedicato alla dea Venere. Altre fonti accreditano il nome Dino all’etimo greco dune che significa tempesta. La sua posizione strategica l’ha resa, nel corso dei secoli, terra di conquista ad opera dei turchi, dei normanni ed infine dei Borbone. Una stradina interna circumnaviga l’isola e porta fin su in cima dove è possibile ammirare la Torre normanna. Grotte suggestive Le grotte più affascinanti sono indubbiamente quella del Leone, chiamata così perché la roccia, in seguito all’erosione marina, ha assunto la forma di un leone accovacciato; e la Grotta Azzurra che ricorda quella di Capri, ma diversa sia per dimensioni che per colori. Un intenso verde azzurro lascia il posto man mano che ci si sposta ad un verde rame in contrasto con l’azzurro pastoso e intenso dei bordi interni. Menzione speciale va alla Grotta Gargiulo completamente sommersa, fatta eccezione per due bolle d’aria, e accessibile solo ai sub. Numerose sono le falesie calcaree e le alte scogliere che si buttano a capofitto nel mare, oltre a numerose specie di uccelli ed esemplari di piante rare. A passeggio per Praia a Mare Di ritorno dall’isola di Dino concediti un gelato passeggiando per il lungomare di Praia, con i suoi negozietti tipici dove potrai acquistare liquori e marmellate al gusto di mirto, o semplicemente startene al sole ad ammirare il mare cristallino, le insenature rocciose, gli scogli e i faraglioni, inebriato tutto intorno dalla fragranza di cedro che, mischiandosi alla brezza marina, ti regala un’emozione irripetibile. Non lasciarti scappare l’opportunità di visitare il Fortino – forte difensivo del Fumarulo di Praia – e la Rocca, complesso fortificato di epoca normanna. Tramite una lunga scalinata si accede al Santuario della Madonna della Grotta completamente scavato nella roccia. Un luogo di notevole impatto visivo e dal valore profondamente mistico. La piccola Fiuzzi Di fronte l’isola di Dino c’è la frazione di Fiuzzi dove è possibile ammirare la Torre. Costruita su un faraglione della scogliera di Fiuzzi alto 15 metri, su cui era già presente una torre angioina, è una delle torri più grandi della zona. Era posta a presidio della costa dalle incursioni Saracene. Immancabile il bagno tra vegetazione spontanea, rocce calcaree e sabbia bianca.