Sanremo 2017. Vince l’ironia e la leggerezza di Francesco Gabbani

Lunedì, 13 Febbraio 2017 11:17 Scritto da  Pubblicato in Tempo Libero Letto 474 volte
Francesco Gabbani è il vincitore della 67a edizione del Festival di Sanremo con il brano “Occidentali’s Karma.” Secondo posto per Fiorella Mannoia con “Che sia benedetta” che si aggiudica anche il premio come miglior testo e quello “Lucio Dalla” della Sala Stampa. Ultimo gradino del podio per l’italo albanese Ermal Meta con il brano autobiografico “Vietato morire” nel quale racconta con precisione chirurgica episodi di violenza domestica portandosi a casa il Premio della Critica “Mia Martini.” Il duo Carlo Conti – Maria De Filippi ha confezionato il festival dei record, non solo per i dati d’ascolto pazzeschi che hanno fatto gongolare non poco i vertici Rai (nella serata conclusiva si è sfiorato il 60% di share) ma soprattutto perché sono stati definitivamente messi in cantina alcuni dei protocolli sanremesi considerati intoccabili. Uno su tutti: le scale. Maria, o dovremmo a giusto titolo definirla la Re Mida della televisione italiana, ha dissacrato le scale rifiutandosi di scenderle e accomodandocisi sopra come è solita fare in una sua trasmissione trash di successo. Ha inoltre sdoganato il sorriso finto del conduttore portando sul palco dell’Ariston se stessa, con la sua classe, la sua compostezza e il suo peso specifico urlante anche quando è rimasta in silenzio. Questo è stato senza alcun dubbio il suo festival. La consacrazione del suo stile di conduzione a sottrazione. Non più il presentatore onnipresente e onnisciente ma il gioco di squadra, la capacità di intuire quando intervenire e quando saper ascoltare – dote rara di questi tempi – il tutto condito dall’intelligenza sincera di Conti che ha messo in pratica una co-conduzione reale e non solo vaticinata. Dettaglio non da poco l’archiviazione dell’inutile defilé di abiti. Due cambi sono più che sufficienti. Maria non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno, è già iconica di per sé. A luci spente e ormai lontani dall’atmosfera frenetica di queste cinque interminabili serate, quello che rimarrà del terzo (ed ultimo) festival contiano sarà la classe innata di Tiziano Ferro nell’omaggiare un gigante della musica come Luigi Tenco, il duetto alla Paolo Limiti di Zucchero con il maestro Pavarotti, la pochezza degli interventi comici, Crozza ha mostrato qualche bagliore solo sabato sera materializzandosi sul palco per incarnare il senatore Razzi preferendo nelle serate precedenti collegarsi in video da chissà dove, l’assenza del maestro Vessicchio, in platea venerdì sera ed osannato come uno rockstar, gli Eroi di Rigopiano, i ragazzi peruviani ambasciatori Unicef che suonano con oggetti riciclati, le storie dei Giganti del quotidiano, lo stuolo riempitivo quanto orticante delle figlie di, nipoti di, fidanzate di presentatesi durante la parentesi Tutti cantano Sanremo e, ovviamente, le canzoni, belle o brutte che siano. Eliminati a sorpresa Albano, D’Alessio e Ron – è il gioco, ragazzi. Stateci! - il televoto ha premiato Gabbani, un giovane toscano dalla penna sopraffina che con “Occidentali’s Karma” ha saputo scimmiottare (non a casa utilizziamo questo termine vista la presenza dello scimmione danzerino al suo fianco) gli occidentali che, svuotati di ogni spiritualità e oramai alla deriva, ricercano nell’oriente la cura a tutti i loro mali, assorbendo una cultura che non gli appartiene e facendola propria solo perché “fa fico.” Ironia e leggerezza si sono shakerati in un cocktail che funziona e che si accinge a diventare un tormentone, con tanto di balletto. Per il prossimo anno Conti si è già chiamato fuori e non credo che rivedremo Maria nazionale nuovamente nella città dei fiori a meno che non le parta l’embolo e decida di sfidare nuovamente la sorte. In pole position per la conduzione si fanno insistenti i nomi di Paolo Bonolis e Fabio Fazio.