Valentina Scudieri: "così aiuto le donne vittime di violenze" In evidenza

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Continuano le nostre chiacchierate interviste, e per questo mese incontro la dott.ssa Valentina Scudieri, Psicologa Clinica, Esperta in Psicologia Giuridica e Perizia Psicologia. La professionista in questione, subito dopo l’iscrizione all’Albo professionale della Regione Campania, ha iniziato a interessarsi del fenomeno della Violenza di genere, collaborando prima come volontaria con alcune associazioni territoriali e in seguito lavorando con il Centro Antiviolenza Lilith dell’Ambito Territoriale n. 26, gestito dal Consorzio Terzo Settore. Il Centro è stato inaugurato nel novembre 2015 in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne; in tale occasione gli amministratori del territorio si sono impegnati a creare e favorire le condizioni migliori per contrastare il fenomeno della violenza di genere presente sul territorio. Il lavoro della Scudieri presso alcuni degli sportelli del centro, consiste nella Prima Accoglienza, il cui obiettivo è di analizzare la domanda della donna, comprendere e prospettare alla stessa le tipologie d’intervento che possiamo avviare per esserle d’aiuto e nell’attivazione di un lavoro di rete con i Servizi Sociali Territoriali e le Forze dell’Ordine, con la quale è fondamentale collaborare e relazionarsi. Dopo l’omicidio di Enza, quali sono i numeri di donne che si sono rivolte al vostro sportello? Un evento tragico come un femminicidio lascia sempre una traccia indelebile sui territori anche se al dolore e allo sgomento non sempre corrisponde una reale presa di coscienza dei cittadini. Allo sportello Antiviolenza “Lilith” di Terzigno possiamo evidenziare un numero superiore alla media di donne prese in carico: oltre ventidue donne solo nell’ultimo anno. Perché è importante rivolgersi a voi? I Centri Antiviolenza del Consorzio Terzo Settore offrono un sostegno psico-sociale gratuito, concreto e competente poiché l’èquipe possiede una profonda conoscenza delle cause della violenza e delle conseguenze che ha sulle vittime. Inoltre alla donna vittima di violenza è garantito non solo uno spazio d’accoglienza e di ascolto da un’equipe tutto al femminile, ma anche la possibilità di essere supportata psicologicamente, legalmente e socialmente grazie al lavoro di rete che è attivata. Com’è composto organicamente il centro? L’èquipe del Centro Antiviolenza del Consorzio Terzo Settore è composta di personale tutto femminile (così come previsto dalle leggi regionali) e con un’esperienza pluriennale nel contrasto alla violenza di genere - Coordinatore - Psicologhe/Psicoterapeute - Assistenti Sociali - Segreteria - Avvocati Quali servizi offre, quante volte e dove? Tra i Servizi offerti vi è: - la CONSULENZA PSICOLOGICA (per garantire sostegno e permettere alle donne il raggiungimento della consapevolezza sulla situazione di violenza che stanno subendo); - la CONSULENZA LEGALE (per avere informazioni pratiche e rassicurazioni dal punto di vista legale circa il percorso che si dovrà affrontare per riuscire ad allontanarsi dalla situazione di violenza che si sta vivendo) - L’ORIENTAMENTO AL LAVORO - la CONSULENZA presso i Servizi Socio-Sanitari del Territorio (ASL) Oltre la sede principale del Centro a Ottaviano (aperta tutti i giorni dal lunedì al venerdì, salita San Michele N° 18), si è ritenuto fondamentale aprire degli sportelli all’interno di ciascun Comune dell’Ambito N° 26 che fungessero da “antennine sociali” oltre ad essere più facilmente raggiungibili dall’utenza. Gli sportelli sono aperti una volta a settimana. La decisione di prevedere differenti momenti di apertura è stata dettata dal desiderio di facilitare l’accesso al Servizio e di andare incontro alle esigenze delle Donne vittime di violenza e maltrattamenti, sole o con figli, i quali possono in tal modo avere una maggiore possibilità di scelta. Che cosa è cambiato dopo il 14 settembre di due anni fa? Il caso Avino ha scosso l’animo dei cittadini, o pensa che molte persone per paura non chiamino? Dopo il 14 settembre di due anni fa la cittadinanza di Terzigno è molto più sensibile alla tema della violenza sulle donne. Il caso di Enza Avino ha smosso fortemente l’animo delle donne del territorio così come dimostrano i numeri emersi dal monitoraggio effettuato: lo sportello Antiviolenza di Terzigno, infatti, registra i numeri più alti di accesso rispetto agli altri comuni dell’Ambito N°26. Sebbene il caso di Enza abbia permesso a diverse donne di “uscire dal silenzio” e rivolgersi alle istituzioni competenti, ci sarà sicuramente un numero “oscuro” di donne vittime di violenza cosi come dimostrano i dati statistici nazionali. I motivi di tale silenzio sono vari: la paura di essere giudicate, o di poter “perdere i figli”, l’assenza di un lavoro, l’impossibilità di possedere una casa, il pregiudizio all’interno della situazione sociale di riferimento che porta le stesse a vedere il loro aggressore come unica fonte di vita per sé e per gli altri. I vostri obiettivi Il Consorzio Terzo Settore si adopera affinchè i percorsi avviati presso il Centro abbiano come obiettivo quello di prevenire e contrastare il fenomeno della violenza e sostenere e favorire un processo di consapevolezza che consenta alla Donna di recuperare la propria autostima e riprendere in mano la propria vita. Tra i nostri obiettivi vi sono campagne d’informazione, sensibilizzazione e prevenzione in vari ambienti (Scuole, associazioni, parrocchie, farmacie, comuni ecc) e un potenziamento del lavoro nelle scuole perché crediamo che sia sulle nuove generazioni che bisogna investire. I giovani sono non solo sentinelle attive di quanto accade nei nuclei familiari ma soprattutto sono il futuro ed è da loro che bisogna partire per fare un buon lavoro di prevenzione. I giovani vanno educati all’amore sano, al rispetto, alla comunicazione, alla corretta gestione dei conflitti. Tante storie in Campania, qual è il caso più complesso? Il lavoro con queste donne ci ha posto di fronte a un paradosso costante: quelli che inizialmente sembrano essere i casi più “semplici” con il tempo si sono rivelati essere i più “complessi” poiché solo dopo aver istaurato una relazione di fiducia con la terapeuta, sono emersi elementi rilevanti che permettevano di comprendere in quale prigionia la donna si trovava a vivere. I casi più complessi per noi operatrici sono sicuramente quelli in cui la donna si trova di fronte ad un palese pericolo di vita, ma non ne ha consapevolezza per cui rifiuta le misure di protezione offertegli, come il collocamento in case rifugio, durante si attivi un provvedimento giudiziario. Ciò complica il nostro lavoro impedendoci di agire sull’emergenza. Che messaggio vuole lanciare? In questi due anni di attività sul territorio il Consorzio Terzo Settore, grazie alle operatrici e alla sinergia con la risorsa del territorio, ha potuto raggiungere importanti risultati: molte donne hanno trovato nel centro un luogo sicuro, dal quale, hanno trovato la forza di denunciare e combattere per i propri diritti intraprendendo con coraggio e determinazione processi penali nei quali i maltrattanti sono stati condannati al massimo della pena. Alla luce dei successi ottenuti e delle specifiche situazioni prese in carico, sono fondamentale CONTINUARE A GARANTIRE sul Territorio dell’Ambito tutti i Servizi offerti dal Centro (dall’accoglienza telefonica 24 h su 24 alla consulenza legale, dal lavoro di rete all’orientamento al lavoro, dall’attività di sensibilizzazione alla prevenzione). E’ fondamentale che i Centri Antiviolenza siano riconosciuti e considerati, al pari di altre strutture sociali, come parte integrante dei servizi stabili che lo Stato, le Regioni i e Comuni offrono ai cittadini.