Senato, Csvnet in audizione per la riforma del terzo settore

Lunedì, 15 Giugno 2015 20:13 Scritto da  Pubblicato in Attualità Letto 786 volte
ROMA- CSVnet, il Coordinamento Nazionale che riunisce e rappresenta 72 dei 74 Centri di Servizio per il Volontariato (CSV) presenti in Italia è stato audito dalla I Commissione Affari Costituzionali del Senato dove è in esame il DDL delega per la Riforma del Terzo Settore. «L’incontro- sottolinea il presidente di CSVnet, Stefano Tabò- ci ha permesso di poter rappresentare in aula il pensiero della rete dei CSV che conta su una governance diffusa di 9.300 associazioni e che raggiunge con i servizi erogati oltre 30mila organizzazioni di volontariato.Siamo pronti a collaborare per una riorganizzazione decisa che predisponga al cambiamento e che sia in grado di incidere in modo significativo sulle attuali criticità. Occorre però definire una volta per tutte quali sono i nodi da sciogliere e le problematiche da affrontare. Concentrarsi sulle buone prassi e i significativi risultati acquisiti dai CSV in questi anni fa sì che essi stessi suggeriscano le soluzioni. Centri di Servizio- continua Tabò- hanno messo insieme organizzazioni grandi e piccole con diverse esperienze e sensibilità; tale pluralità è fondamentale. Per questo ci preoccupano proposte come quella di introdurre i voucher per la fornitura dei servizi; lo strumento del voucher induce inevitabilmente ad un rapporto concorrenziale tra CSV totalmente contrario alla logica di collaborazione e cooperazione fra territori che CSVnet ha sempre promosso.Il volontariato dà il meglio non quando è messo in concorrenza ma se è spronato ad operare per il bene comune in modo coeso e partecipato. La territorialità è uno degli elementi fondamentali dell’esperienza dei CSV e la Riforma dovrebbe darci l’occasione per assicurare una distribuzione equa delle risorse su tutto il territorio nazionale secondo criteri e regole di rendicontazione comuni in tutte le regioni. Non solo: occorre alzare lo sguardo e pensare a come promuovere la ricchezza e la cultura del volontariato italiano anche in Europa e nel Mediterraneo. I CSV- ha concluso il presidente di CSVnet- sono strumento non fine. Ma come strumento non possono essere concepiti alla stregua di un contenitore da riempire e occupare indifferentemente; la loro presenza trova origine forza e prospettiva se ancorata al movimento del volontariato italiano di cui sono oltre che mezzo, soprattutto espressione». A conclusione dell’audizione CSVnet ha consegnato il documento “I CSV nel progetto di riforma del Terzo settore” e il conseguente emendamento al testo del DDL nella versione approvata dalla Camera dei Deputati.